Pantaleo, il Pd e quota 96

Egli infatti affermava: “L’emendamento approvato dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera che consente il pensionamento agli insegnanti che nel 2012 avevano maturato il diritto alla pensione con “quota 96” sana una palese ingiustizia e consente di procedere a 4mila nuove immissioni in ruolo”.

Poi però il segretario generale aggiungeva: “Ci auguriamo che l’emendamento non venga stravolto nei passaggi parlamentari e che si modifichi la parte relativa al pagamento della liquidazione che penalizza fortemente coloro che andranno in pensione con quota 96”.

Stravolto vuol dire mettere sottosopra. Ma stralciare del tutto è un’altra cosa.

Il dubbio, il sospetto che qualcosa potesse andare storto, purtroppo sono diventati realtà. Proprio stamattina il Governo ha presentato quattro emendamenti “soppressivi” al decreto Pubblica Amministrazione, tra cui uno che cancella l’articolo aggiuntivo inserito alla Camera che sbloccava 4mila pensionamenti nella scuola. Ad annunciarlo è stato il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia, entrando in Commissione Affari costituzionali del Senato per l’esame del decreto P.A.

La Ragioneria dello Stato detta dunque legge e tronca le speranze dei pensionandi ad agosto 2014, oltre che, cosa grave, quelle dei precari che si aspettavano 4mila posti in più per le immissioni.

Pantaleo commenta subito sconcertato: “La decisione del Governo di stralciare dal decreto legge sulla Pubblica Amministrazione l’emendamento per risolvere la vicenda del personale della scuola di quota 96 è un atto di palese ingiustizia. La copertura finanziaria era del tutto irrisoria e i benefici sarebbero stati ampiamente maggiori rispetto ai costi. Ancora una volta prevalgono gli interessi e le logiche delle burocrazie ministeriali sulla funzione della politica nel garantire giustizia e equità. Si blocca la permanenza a scuola di insegnanti e personale Ata che per effetto della devastante riforma Fornero non hanno potuto accedere alla pensione, al termine dell’anno scolastico 2011/2012, pur avendo maturato i requisiti. Si ritarda di molti anni il pensionamento di quelle persone e non si consentono ulteriori 4 mila immissioni in ruolo. Alla faccia di tutta le retorica sui giovani e la centralità della scuola”.

Ma l’Italia è il Paese delle grandi illusioni. E ce n’è un’altra pronta nel cassetto, tanto sbandierata, con fare demagogico, a destra e a manca. Possiamo credere che la Corte di Giustizia europea ci imporrà l’assunzione dei precari della scuola per la reiterazione dei contratti a tempo determinato? Tutt’al più l’Italia se ne uscirà con il pagamento di una bella multa. Ma su questo staremo a vedere.

Certo è che Quota 96 è stata un’ennesima beffa. Anche se il partito Democratico si affretta ad intervenire con una dichiarazione di Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione di Palazzo Madama, e Francesca Puglisi, capogruppo del Pd della stessa commissione; “Siamo certi che il governo interverrà, in tempi brevi, con un provvedimento specifico per sanare l’ingiustizia degli insegnanti Quota 96”.
“Bisogna rimediare un errore che viene dall’allora ministro Fornero – sottolineano i due esponenti – e l’esecutivo ha la volontà politica per farlo. In pochi mesi Palazzo Chigi ha affrontato altre questioni lasciate in eredità, come gli scatti di anzianità del personale docente e Ata, i concorsi dei dirigenti scolastici ed il rinnovo dei servizi di pulizia delle scuole. Come è successo in questi casi, anche per quota 96 ci attendiamo una rapida iniziativa del Governo”. Ma non saranno solo belle iniziative per raffreddare gli animi infiammati?

E pensare che della soluzione positiva l’intero Parlamento sembrava (erano parole di Emanuele Fiano del Pd) andare orgoglioso. Tutti d’accordo sembravano sulla necessità di raddrizzare le storture della legge Fornero. E probabilmente lo erano. Ma avevano fatto i conti senza l’oste. Tant’è. Bambole, non c’è una lira, sic transit…

Silvana La Porta

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