Nel testo definitivo del disegno di Legge di Stabilità 2015 vengono confermati lo stanziamento di un miliardo per la stabilizzazione di una parte dei precari della scuola ed anche i pesantissimi tagli a scuola, università, ricerca e afam. In realtà si tolgono risorse consistenti in tutti i comparti della conoscenza per recuperare il miliardo. Le scuole rischiano il caos mentre
Parla della necessitò di migliorare la qualità delle università ma conferma i tagli di Tremonti e il ripristino dal 2015 di 150 milioni per il fondo ordinario, con un ulteriore riduzione rispetto a quanto previsto, andranno solo come quota premiale e quindi non a tutte le università che hanno subito in questi anni tagli pesantissimi. Non ci sono risorse per stabilizzare il precariato di università e ricerca e anzi viene confermata la limitazione del turn over e del reclutamento. L’afam è in una condizione fortemente critica per le inadempienze del Miur e nel contempo si riducono risorse per il funzionamento di conservatori e accademie.
Si bloccano i rinnovi dei contratti del pubblico impiego anche per il 2015 e all’orizzonte c’è la cancellazione degli scatti di anzianità per la scuola. Si continuano a tagliare risorse per il diritto allo studio ma si stanziano 200 milioni per le scuole non statali. A chi dice che prendiamo lucciole per lanterne chiederei di leggere attentamente i contenuti della legge di stabilità e di spiegare se è accettabile il gioco delle tre carte sui sistemi della istruzione, formazione e ricerca.
E’ normale che una Ministra non convochi i sindacati per discutere di questioni che attengono alla contrattazione e alle prospettive dei comparti della conoscenza?. Se si condivide il disegno di piegare l’istruzione alle logiche del mercato non viene garantito alle nuove generazioni il diritto costituzionale al sapere. Noi non stiamo sereni perché è in gioco il futuro, la qualità democratica e il valore del lavoro.
La manifestazione di sabato 25 Ottobre vedrà una forte partecipazione di tutti i comparti della conoscenza a sostegno della piattaforma della Cgil e per rivendicare un radicale cambio di rotta rispetto ai contenuti della legge di stabilità. Continueremo con la manifestazione unitaria del 8 novembre per il rinnovo dei contratti pubblici e poi lo sciopero.