In merito all’incontro all’ARAN sulla ridefinizione dei comparti di contrattazione del pubblico impiego tenutosi il 13 ottobre, ecco le parole del Segretario della FLC CGIL Domenico Pantaleo
“L’inizio della trattativa, sia pure interlocutoria, ha confermato tutte le incognite che pesano sul rinnovo dei contratti pubblici. Le priorità da affrontare sono l’adeguatezza delle risorse nella legge di stabilità e il superamento dei vincoli imposti alla contrattazione dalle leggi Brunetta, Madia sulla riforma della Pubblica Amministrazione e 107 sulla scuola. Occorre rafforzare i poteri delle Rsu sulla contrattazione decentrata superando l’attuale meccanismo dei controlli lunghi e arbitrari.
Il Governo chiarisca se intende rispettare la sentenza della Corte Costituzionale che ha imposto il rinnovo dei contratti a partire da Luglio 2015 sia per la parte economica che normativa. Senza queste condizioni l’accorpamento dei comparti rischia di non avere le indispensabili interconnesioni tra innovazioni delle istituzioni pubbliche, qualità del lavoro pubblico e allargamento degli spazi contrattuali, di partecipazione e democrazia. Abbiamo l’impressione che il Governo voglia proseguire con una impostazione autoritaria finalizzata alla rilegificazione del rapporto di lavoro in tutto i comparti pubblici e alla riduzione dei diritti e del salario.
Sei anni di blocco contrattuale sono un’enormità! Migliorare le retribuzioni, valorizzare le professionalità, ridurre i carichi di lavoro, parificare i trattamenti economici e normativi tra precari e tempi indeterminati sono istanze che non possono più aspettare.
Siamo disponibili a discutere dell’accorpamento dei comparti solo dentro questo quadro di riferimento, chiarendo in partenza che le specificità dei rapporti di lavoro nei diversi settori sono una ricchezza di competenze professionali e pertanto vanno salvaguardate. I contratti nazionali devono continuare a garantire l’unificazione e la solidarietà tra le diverse figure professionali.
La FLC CGIL propone il comparto della conoscenza per costruire una filiera ad alta concentrazione di intellettualità con l’obiettivo migliorare la qualità dell’offerta formativa e della ricerca pubblica. Senza risposte immediate e credibili sarà indispensabile la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori. Le decisioni unitarie dei sindacati scuola con assemblea dei dirigenti scolastici il 15 ottobre, il presidio degli ATA davanti al MIUR il 22 ottobre e le manifestazioni regionali il 24 ottobre del personale della scuola sono una prima risposta all’atteggiamento dilatorio del Governo.”
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