Le 24 priorità annunciate dalla ministra Stefania Giannini per la scuola, università, ricerca e Afam sono in perfetta continuità con le politiche che hanno devastato i comparti della conoscenza in questi anni. Non ci sono impegni per aumentare gli investimenti nei comparti della conoscenza, non si dice nulla sul rinnovo dei contratti, non si intravede alcun impegno concreto per l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni.
Sul precariato le indicazioni sono inadeguate a fronte della drammatica situazione in tutti i comparti, alle scadenze di tantissimi contratti e alla necessità di procedere con le stabilizzazioni. Si ripropone la solita retorica sulla valutazione, quote premiali, competizione e assunzioni meritocratiche senza peraltro aumentare le risorse.
Nel rapporto tra lavoro e istruzione viene affermata l’egemonia delle imprese sui processi educativi mettendo sullo stesso piano alternanza scuola-lavoro, apprendistato e tirocini.
Tra le priorità è scomparsa la necessità di una legge nazionale sul diritto allo studio e di garantire l’effettiva gratuità dei percorsi di studio.
Il sud è semplicemente dimenticato e invece è quella una delle priorità strategiche per i sistemi di istruzione, formazione e ricerca. Non si dice nulla su come superare le difficoltà nel rispettare il programma di edilizia scolastica. Sulla ricerca tutto viene affidato ai fondi comunitari senza un piano straordinario di reclutamento di ricercatori.
Se sono questi i provvedimenti che il Governo intende attuare sarà inevitabile la mobilitazione di tutti i comparti della conoscenza.