Il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani”, che tratta il tema della violenza sulle donne e del patriarcato, è quanto mai attuale, soprattutto dopo i recenti fatti di cronaca nera. Oggi sulla pellicola, che sta avendo un successo senza precedenti al botteghino, si è abbattuta una polemica.
Il film si trova ultimo in una lista di cinquantuno film richiedenti finanziamenti pubblici l’anno scorso, quando al ministero della Cultura risiedeva Dario Franceschini. Come riporta La Repubblica i tecnici della Cultura, nel 2022, hanno bocciato un film alto e popolare in quanto “progetto di opera non giudicata di straordinaria qualità artistica in relazione a temi culturali, a fatti storici, eventi, luoghi o personaggi che caratterizzano l’identità nazionale”.
Da qui le polemiche: Fratelli d’Italia si è subito affrettato a spiegare che la decisione non è stata presa dall’attuale ministro del Governo Meloni Sangiuliano. Presto è arrivata anche la replica di Franceschini stesso: “Io ho trovato splendido il film di Paola Cortellesi, ma il compito di un ministro è solo tutelare l’autonomia della commissione tecnica e rispettarne le decisioni, incluse quelle, come in questo caso, non condivise. Un ministro che interferisce nelle decisioni di una commissione che eroga finanziamenti con valutazioni personali o politiche commette un reato. Forse è bene ricordarlo”, ha detto, come riporta Fanpage.it.
Nel frattempo sono moltissime le scuole che hanno deciso di mostrare la pellicola agli alunni in classe o al cinema o coloro che stanno invitando i docenti a farlo: “Oggi la scuola ci ha portato al cinema a vedere il film di Paola Cortellesi. Una sala piena di ragazzi e ragazze di tutte le età, una sala piena di empatia. Io e le ragazze attorno a me abbiamo pianto, ci siamo prese la mano e ci siamo sorrise. Se potete, guardate il film”, “Proiettare il film di Cortellesi in ogni scuola con un dibattito forte”, Sono finalmente riuscita a recuperare ‘C’è ancora domani’ della grandissima Paola Cortellesi. Che dire? È un film che andrebbe fatto vedere a scuola. Un gioiello del cinema italiano che spesso è tanto bistrattato ma che va esaltato quando produce perle del genere”, questi alcuni dei commenti su X.
In una scuola, addirittura, una docente ha deciso di far recitare ai propri alunni alcune scene della pellicola. Come riporta Il Mattino, si tratta di una scuola del napoletano. La Cortellesi ha anche dialogato con alcuni studenti al Cinema Moderno, a Roma, dopo la visione, come riporta La Repubblica.
Ecco le sue parole: “Le famiglie devono educare i figli, ma anche se lo fanno bene poi ci sono le sollecitazioni esterne, i device, gli amici. A tredici anni io volevo sentirmi parte di un gruppo. Ai ragazzi va detto di avere fiducia in sé stessi e libertà di scegliere in base a esempi familiari. Ma, oltre alla famiglia è la scuola che deve formare gli individui che entreranno nella vita civile del Paese. E si deve fare carico di questo. Ma servono esperti, non basta la buona volontà dei professori”.
E, sull’educazione all’affettività a scuola Cortellesi ha insistito: “Sono convinta che ci sia bisogno di parlarne in classe e che diventi una materia curriculare. Non va affrontata come un momento, qualcuno che, mentre sei intento ad altro, entra dicendo ‘salve, io sono… e oggi vi voglio parlare…’, non è un buon modo di ottenere l’interesse dei ragazzi’. Per Cortellesi è “fondamentale l’educazione all’affettività, al rispetto degli altri, alla sessualità, al rispetto del proprio corpo e di quello degli altri, della privacy propria e degli altri. Credo serva un percorso di studi che segua il bambino dalla scuola dell’infanzia fino alle superiore. Questa materia darebbe occasione ai ragazzi di parlarne con esperti, pedagogisti preparati. Spero che si lavori tanto, sodo perché questa cosa accada. Deve essere una cosa pensata, finanziata e messa in atto”.
La regista aveva già criticato le parole del deputato Sasso: “Un deputato della Lega ha definito ‘una nefandezza’ l’idea, diceva, di ‘insegnare il sesso ai nostri figli di sei anni’. Quando ho sentito la notizia ho pensato proprio il contrario, l’educazione all’affettività e al rispetto di sé andrebbe iniziata alla scuola dell’infanzia, per proseguire più avanti con l’educazione sessuale, il tema del corpo… È uno scandalo che non sia previsto dal ministero. Una figlia adolescente davvero sta lì a sentire i genitori? È evidente che se ne debba occupare un esperto”.
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