Si torna a parlare di giovani, di genitori e soprattutto di scuola. A farlo è lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet che in una lunga intervista al Corriere della Sera parla di tre pilastri verso cui ci si potrebbe orientare nella società di oggi.
Crepet afferma: “Primo: credere nei bambini e nei ragazzi, quindi lasciarli sbagliare. Oggi c’è una schizofrenia da iper controllo: a scuola c’è il registro digitale, ma alle due di notte non sai dov’è tua figlia tredicenne. La geolocalizzazione ti dice solo che è in quella piazza, ma magari è ubriaca. Secondo: dare l’esempio non è passato di moda. Se i genitori sono sempre sul cellulare, cosa deve pensare un figlio? Terzo: cambiare la scuola davvero, non con tentativi. Quest’ultimo è complicatissimo, ma il ministro qualcosa di buono lo sta facendo, come rintrodurre il 5 in condotta“.
L’esperto fa una riflessione anche sull’intelligenza artificiale: “Mi spaventa la vita che farà mia figlia. Di giovani grandi viaggiatori ne conto meno delle dita di una mano. Non gliene frega niente a nessuno che sei andato in Perù: interessa molto di più una che si fa il selfie con la boccuccia a cuoricino. Oggi l’atto artistico è azzerato, a meno che uno consideri arte inzuppare un biscotto nel caffelatte, magari taggando la pasticceria così hai per i prossimi tre mesi il cappuccino gratis”.
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