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Paolo Crepet contro i genitori: “Anziché dialogare con i figli, scelgono di attaccare gli insegnanti”

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Il sociologo e psichiatra Paolo Crepet ha commentato con durezza, a Il Nord Est, il drammatico episodio di Treviso, dove un 22enne è stato ucciso da un gruppo di ragazzi ancora più giovani: “Non è un caso che questo sia accaduto in una città come Treviso, simbolo del lusso. Il problema sta nel troppo: genitori che hanno dato tutto ai figli, confortandoli in ogni modo, ma che ora si stupiscono quando questi si sentono padroni del mondo, liberi di fare tutto, persino uccidere”. Per l’esperto, la responsabilità è chiara e coinvolge diversi ambiti: “Famiglia, scuola e parrocchia non sono compartimenti stagni. Se i ragazzi non rispettano il prossimo per strada, perché mai dovrebbero rispettare un professore che li punisce con un 4? E i genitori, anziché dialogare con i figli, spesso scelgono di attaccare gli insegnanti“.

Lo psichiatra sottolinea l’urgenza di fare i genitori nel senso più autentico del termine: “La colpa è dei genitori, e chi lo nega fa il furbo. Non serve andare da psicologi o psichiatri, bisogna stabilire regole chiare quando i figli sono piccoli. Farlo a 18 anni è troppo tardi, e sperare che si ottenga qualcosa di buono è illusorio”. Tra le proposte che offre, c’è quella di avere il coraggio di trasmettere messaggi forti: “Bisogna dire ai ragazzi che non è scontato che erediteranno tutto ciò che trovano in casa. So che una frase del genere richiede coraggio, ma è un’arma potente contro l’idea dei soldi facili”.

L’omicidio di Treviso, per lo studioso, è solo il punto più alto di un malessere che attraversa l’intera società e si manifesta in mille episodi quotidiani: “Non dobbiamo preoccuparci soltanto di fronte a un omicidio. I segnali ci sono tutti, ogni giorno: genitori che non sanno dove sono i figli, ragazzi privi di obiettivi per il futuro. Sono campanelli d’allarme che non possiamo ignorare”. L’esperto punta il dito anche contro un torpore diffuso, in cui i genitori si preoccupano solo quando si verificano tragedie evidenti, ignorando però situazioni più piccole che rappresentano il preludio a problemi ben più grandi.

Per Crepet è necessario un profondo risveglio sociale in cui le famiglie tornino a essere pilastri educativi fondamentali: “Non possiamo continuare ad accampare scuse o a scaricare la colpa sugli altri. Servono coraggio e responsabilità“.