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Paolo Ruffini: “Ero quello intelligente che non si applica, per dirla come certa orrenda pedagogia. Al liceo cucinavo in bagno”

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April 24, 2025

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L’attore Paolo Ruffini, classe 1978, si è raccontato in una lunga intervista a Il Corriere della Sera, in cui è partito raccontando i suoi primi anni di vita dando ampio spazio alla sua esperienza a scuola, così come ha fatto mesi fa nel corso di una puntata del programma La Fisica dell’Amore di Vincenzo Schettini.

“Ero vivace, quello intelligente ma che non si applica, per usare i termini di certa orrenda pedagogia. Mi avevano mandato dalle suore per mettermi in riga ma quella riga lì è diventata il riferimento della mia vita: devo andarci sempre sopra”, ha esordito.

“Hanno inventato l’intelligenza artificiale ma non inventeranno mai la sensibilità artificiale”

Ecco cosa ha detto sugli anni alle superiori: “Diciamo che ho fatto il liceo classico molto a modo mio. Avevo una predisposizione per l’organizzazione delle occupazioni scolastiche: ero il producer delle autogestioni ma anche delle feste. Vedevo la scuola come un villaggio turistico. Al liceo classico di Livorno mi hanno dedicato un bagno, quello dove passavo intere mattinate: non mi sono mai fatto nemmeno una canna ma ci cucinavo, con un fornelletto”.

Ruffini ha poi parlato del suo ultimo libro, in cui immagina un Mussolini bambino: “Sono partito dall’idea alla base della psichiatria pediatrica, secondo cui se non riceviamo un abbraccio o una carezza in tenera età o muoriamo o impazziamo. Hanno inventato l’intelligenza artificiale ma non inventeranno mai la sensibilità artificiale. E quindi, potendo tornare indietro nel tempo, di fronte a un Mussolini di 7 anni, cosa bisognerebbe fare? Lo ammazziamo o lo educhiamo?”.

“L’insegnante meno volenteroso è quello autoritario”

L’attore, da Schettini, aveva detto la sua sui docenti: “Ci sono insegnanti che riescono bene a sedurre i ragazzi anche con materie ostiche. La docente che mi ricordo di più è la più severa, perché aveva la capacità di raccontarmi le cose in modo che me le ricordassi anche ora. L’insegnante meno volenteroso è quello autoritario, quello che mette note e votacci per supplire alla mancanza di appeal”.

“Non abbiate paura di sbagliare. Siate anche scorretti, disubbidite, la normalità non esiste. Nessuno di noi è diverso ma è unico”, questo il suo messaggio ai giovani.