Il regista premio Oscar Paolo Sorrentino, tra poco al cinema col suo nuovo film “Parthenope“, ha rilasciato un’intervista a Fanpage in cui ha parlato di varie tematiche, affermando di non voler essere chiamato “Maestro”, come avviene per molti professionisti del suo settore.
Ecco le sue parole: “Lo trovo del tutto incongruo. Alle volte lo dico, lasciate stare…Non è che me ne importi molto, non ci credo. Maestro presuppone che c’è da insegnare qualcosa e penso di non avere nulla da insegnare”.
“D’altronde sono autodidatta nel cinema, studiavo economia, non mi sono laureato, cioè proprio non ho nessun tipo di percorso di studi che preveda che io poi diventi maestro di qualcosa”, ha concluso con umiltà, riconoscendo ai docenti di ogni tipo il valore che meritano e discostandosi dalla categoria non avendo titoli e non riconoscendosi particolari elementi tali da considerarsi, appunto, “Maestro”.
Ha avuto molto successo, l’anno scorso, un monologo molto sarcastico che il regista premio Oscar Sorrentino ha recitato, interpretando sé stesso, nel corso della seconda puntata della serie televisiva di Sky ‘Call My Agent-Italia‘, versione italiana della serie francese ‘Dix pour cent’.
Le parole del regista partenopeo, che hanno proprio a che fare con la scuola e in particolare con le riunioni tra docenti e genitori, hanno attirato molti commenti, perlopiù positivi.
Nell’episodio Sorrentino, con il solito velo tragicomico e satirico che lo contraddistingue, ha descritto gli incontri scuola famiglia come “la cosa più prossima alla morte”. Ecco il motivo: “Nella scuola si può trovare il sentimento più orrendo dell’essere umano: l’entusiasmo immotivato”.
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