Una storia orribile di violenze fisiche nei confronti di quattro bambini da parte del loro padre. La situazione, per fortuna, è stata notata e segnalata dalle maestre dei piccoli, come riporta La Repubblica.
Uno dei bimbi, in classe, “disegna solo teschi, scheletri e pistole”, ha notato un’insegnante, aggiungendo: “Picchia i compagni. È del tutto apatico. Non fa apparire alcuna emozione, non ha mai avuto manifestazioni di affetto per compagni o maestre”.
La causa? Le botte da parte del padre, un uomo già arrestato per maltrattamenti a moglie e bambini nel 2019. Poi, siccome gli era stata concessa la possibilità di patteggiare con pena sospesa, era stato scarcerato. E il tribunale per i minorenni aveva autorizzato il suo rientro in casa. Nel 2020, così, il clima di terrore nella casa dei bimbi è ricominciato.
Durante il periodo del lockdown i bambini sono stati in ospedale più volte, con lividi e traumi cranici. L’inchiesta ha preso corpo solo nel 2022, e finalmente l’uomo, autore delle violenze, è stato arrestato e dovrà scontare 4 anni e 4 mesi. I bambini sono stati affidati a un curatore speciale.
Purtroppo all’inizio le insegnanti non sono state ascoltate a dovere: lo sottolinea nella sentenza la gup, che scrive, riguardo alle prime segnalazioni del gennaio 2020: “Tali dichiarazioni in uno stadio iniziale non sono state approfondite adeguatamente, anche in relazione alle osservazioni tranquillizzanti dei servizi sociali”. Anche l’atteggiamento della madre (maltrattata dal marito spesso ubriaco) definito “omertoso” dalla gup, ha aggravato la situazione. “A casa va tutto bene”, diceva la donna a insegnanti e infermieri. “Non ha assunto nei confronti dei bambini un atteggiamento tutelante – rimarca la gup – esponendoli alle violenze del padre”.
“Papà ci picchia di nuovo. Più forte di prima”. “Papà ci picchia forte con i bastoni e i mestoli”, rivelavano i bimbi alle maestre. I pestaggi erano talmente violenti che la polizia giudiziaria, dopo soli due giorni di intercettazioni avviate nel 2022, ha dovuto interrompere l’attività per “interrompere le sequenze di aggressioni”, scrive la gup. “In neppure due ore di ascolto – sottolinea la giudice – sono stati colpiti decine di volte ciascuno con schiaffi talmente forti da fargli ripiegare indietro la testa. Uno è stato colpito con delle mestolate, preso per il collo e lanciato contro il muro. Due sono stati picchiati con un cavo elettrico”. Anche il più futile dei motivi, come una risposta data in italiano e non in romeno, scatenava la furia dell’uomo.
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