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Papa Francesco in Canada, sui bimbi indigeni abusati nelle scuole cattoliche: “Addolorato, conseguenze catastrofiche”

Papa Francesco si trova attualmente in Canada, destinazione che ha scelto per trascorrere il suo 37esimo viaggio fuori dai confini dell’Italia. Come riporta La Repubblica, si tratta di un viaggio particolare in quanto definito “pellegrinaggio penitenziale“. Il pontefice ha infatti l’obiettivo di scusarsi a nome di tutta la Chiesa per le violenze e gli abusi perpetrati per anni a danno delle popolazioni indigene dalle stesse istituzioni cattoliche.

Si tratta, purtroppo, in particolare di abusi sui bambini di queste comunità che hanno avuto luogo nelle scuole cattoliche. “Sono addolorato. Chiedo perdono in particolare per i modi in cui molti membri della Chiesa e delle comunità religiose hanno cooperato anche attraverso l’indifferenza a quei progetti di distruzione culturale e assimilazione forzata dei governi dell’epoca culminati nel sistema delle scuole residenziali” ha affermato il Papa.

Il caso della scuola residenziale di Ermineskin

Bergoglio ha criticato aspramente il sistema delle scuole residenziali, dove per anni i bambini della popolazione indigena Cree sono stati costretti a soprusi e a sopprimere la loro identità, colpevoli anche solo di parlare la loro lingua madre.

Secondo Fanpage.it in più di un secolo almeno 150.000 bambini sono stati sottratti alle loro famiglie e costretti a frequentare scuole come Ermineskin, gestite dalla Chiesa. La “scuola residenziale” Ermineskin, in Alberta, il cui edificio ora è stato abbattuto, è stata attiva dal 1895 al 1975.

Su uno striscione srotolato prima delle dichiarazioni del Pontefice sono stati scritti i nomi di oltre 4.000 bambini morti a causa di questo sistema scolastico. Bergoglio, oltre al luogo dove sorgeva la scuola, ha avuto modo di visitare anche il cimitero locale, dove sono stati sepolti molti di quegli alunni.

Lo stesso Governo canadese nel 2008 si è scusato formalmente per aver fondato e gestito le scuole, pagando miliardi di risarcimento ai sopravvissuti.

Un vero e proprio “genocidio culturale”

Ciò che è successo in Canada è gravissimo. Si parla di bambini strappati ai genitori, di assimilazione forzata e violenze fisiche, malnutrizione, abusi sessuali. Come riporta La Repubblica nel paese nordamericano sono state istituite nel tempo 139 scuole residenziali affidate a enti cattolici. L’ultima è stata chiusa solo nel 1996.

Nel 2021 è venuto tutto alla luce con la scioccante scoperta delle fosse comuni: a maggio, sono emersi i resti di 215 bambini accanto all’ex scuola Kamloops, nella Columbia Britannica; poche settimane più tardi, 751 sepolture anonime in un’altra vecchia scuola a Marieval, nel Saskatchewan orientale; a luglio, 182 tombe nell’ex collegio della missione di Sant’Eugenio, vicino a Cranbrook.

Le toccanti parole di Papa Francesco

Di fronte al ricordo di questi orrori il Pontefice non ha potuto fare altro che esprimere il suo dolore e chiedere scusa a nome della Chiesa:

“Addolora sapere che quel terreno compatto di valori, lingua e cultura, che ha conferito alle vostre popolazioni un genuino senso di identità, è stato eroso, e che voi continuiate a pagarne gli effetti. Di fronte a questo male che indigna, la Chiesa si inginocchia dinanzi a Dio e implora il perdono per i peccati dei suoi figli Vorrei ribadirlo con vergogna e chiarezza: chiedo umilmente perdono  per il male commesso da tanti cristiani contro le popolazioni indigene”.

Bergoglio ha sottolineato la lontananza tra le pratiche messe in atto dal sistema delle scuole residenziali e il pensiero della Chiesa: “Le conseguenze complessive delle politiche legate alle scuole residenziali sono state catastrofiche. Quello che la fede cristiana ci dice è che si è trattato di un errore devastante, incompatibile con il Vangelo di Gesù Cristo”, ha dichiarato.

Redazione

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