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Papa Francesco, la sua affidabilità e le ipotesi frustranti

Ma appena 7 giorni fa, sulle colonne del quotidiano di via Soferino, Messori ha firmato un articolo poco “evangelico” e tutto asservito alla struttura Chiesa=Curia.
Secondo lui, non è “affidabile” un Papa che scrive una lettera, pubblicata sulla prima pagina di Repubblica, in risposta alle domande del suo fondatore Scalfari, anticlericale di lungo corso e lo riceve anche in udienza privata per parlare sul tema della coscienza; un papa che divide e spacca l’opinione, come una “pietra” di scandalo; che scrive ( a quattro mani con papa Ratzinger) l’enciclica la Lumen Fidei, che sta segnando profondamente tutto il pontificato attuale. Non sarebbe un buon “pastore”?
Invece proprio in questa prima lettera c’è “la ridefinizione dottrinale” di papa Francesco, che opera una svolta alla guida della nave di Pietro.
Come scrive Andrea Monda sul Foglio, Bergoglio appare senza doppiezza tra il suo dire, il fare, il mostrare, il pensare; la sua autorità e il suo carisma è tutto qui, in questo rompere gli schemi intellettuali, in questa semplicità che la gente semplice avverte subito: forse niente di più sanamente scandaloso, come i gesti evangelici del Maestro di Nazareth.
Eppure Messori, di area cattolica, è intervenuto a gamba tesa parlando di “illusione” di un ritorno alla Chiesa primitiva e sostenendo da storico l’importanza della Curia vaticana. Che non è ipso facto identificabile con la Chiesa voluta da Cristo. Scrive “ex cathedra”, dal Corsera, il nostro autore:
1. “Alcune delle molte cose dette da papa Francesco e alcune sue scelte, a cominciare dal rifiuto del palazzo vaticano e della villa di Castelgandolfo, stanno risvegliando un mito antico e sempre ricorrente tra i cattolici. Il sogno, cioè, di un ritorno alla Chiesa primitiva, tutta povertà, fraternità, semplicità, assenza di strutture gerarchiche, di leggi canoniche”.
R./Un mito? Un’utopia? Ma non era il miracolo della Buona Novella?
2. “Si smantelli l’istituzione clericale, basta con il Vaticano, la sua Curia, le sue banche, i suoi diplomatici, si torni finalmente alla comunità di Gerusalemme dopo la Pentecoste. (…) La nostalgia ricorrente e che oggi sembra rilanciata per una Chiesa delle origini, egualitaria, povera, dove la fede sia libera da sovrastrutture – a cominciare dalla Curia vaticana – va contro la testimonianza della storia”.
R./ Ma di quale storia parla, della Chiesa dei Vescovi-conti e dei Papi-re? Del potere temporale che mise nei guai per secoli la comunità cristiana?
3. “Le grandi realtà sociali nascono come « movimenti», di solito ad opera di una persona carismatica, ma si dissolvono sempre e presto se, raffreddati gli entusiasmi iniziali, non accettano di trasformarsi in istituzioni gerarchiche, in strutture solide e ordinate. (…) All’inizio fu il «Movimento del Cristo», fu il «Gruppo del Nazareno», animato direttamente dagli apostoli, tra grandi entusiasmi. Ma, terminato lo «stato nascente», si passò rapidamente e necessariamente alla istituzione, alla struttura con una comunità gerarchica e, via via, organizzata con leggi interne ed esterne, e con proprietà mobili e immobili”…
R./ Veramente il maestro era radicale nelle richieste per i suoi seguaci: 4. “Non fu, come pretendono gli utopisti, una deviazione, una deformazione, un tradimento del Cristo servo e povero, fu una evoluzione inevitabile, anzi doverosa per la realtà umane. E la Chiesa cattolica è una di esse, anche se qui – caso ovviamente unico – la struttura istituzionale non è che un contenitore, esiste solo per servire il Mistero di un Dio che insegna e redime. Insomma, è una illusione quella dei cristiani che, oggi più che mai numerosi, auspicano il ritorno alla semplicità degli inizi . Indietro non si può tornare.
R./ E invece no. Quando la Chiesa prende coscienza di avere perduto la “stella cometa” è il caso che torni al libro sacro per sapere dove trovare il Messia. Non è vero che “senza la trasformazione in solida istituzione, del «Movimento di Cristo» sarebbe rimasto solo un cenno in qualche testo di storia antica dell’ebraismo”. Continuando così, Vittorio Messori è destinato a diventare un cattivo maestro anche perché fanno meno male le minacce fisiche di ‘ndrangheta, camorra e mafia che le ipotesi del Messori sull’effetto Papa Francesco!

Giovanni Sicali

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Giovanni Sicali

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