Home Disabilità Papa Francesco: maestro di Vita, pellegrino della Fede

Papa Francesco: maestro di Vita, pellegrino della Fede

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Periferia di Roma. Giovedì santo , 17 Aprile 2013. Cappella della fondazione don Gnocchi. La vecchietta ultraottantenne, che partecipa al rito della lavanda dei piedi (insieme ad altri undici con diverse disabilità e di varie età), ha la voce sgradevolmente celestiale con la sua ottava sotto rispetto al coretto che esegue l’antichissimo inno liturgico “Dov’è carità e amore, lì c’è Dio”.
Da casa i milioni di telespettatori non hanno nessunissima nostalgia dei canti gregoriani della Cappella Sistina. E poi lì c’è tutta l’assemblea cristiana che partecipa al canto perché non si tratta di uno spettacolo ma di una Messa (= missione) presieduta dal vescovo di Roma, papa Francesco I.
12 minuti circa di omelia fatta di esegesi biblica (non una “predica”). Poi 12 volte in ginocchio ai piedi dei disabili, 12 volte a versare l’acqua ed asciugare, 12 volte a baciare i piedi, 12 volte un sorriso personale per ognuno. E 12 nodi in gola del telespettatore sparso in tutti gli angoli della Terra.
“Siate servi gli uni degli altri!… Sono venuto non per servire, non per essere servito!”.
Tutta la liturgia del giovedì santo sintetizzata i questo “gesto” del Maestro alla vigilia del congelo dagli uomini. E’ l’eredità di un Dio che si è fatto uomo prima di affrontare “l’ultima tentazione”.
Papa Francesco, nel 2013 ha compiuto la lavanda dei piedi in un carcere romano. Quest’anno il responsabile della Fondazione don Gnocchi, mentre il papa passava in piazza San Pietro salutando senza fretta i pellegrini, lo ha invitato nella sua comunità e la riposta è stata: “Perché no?”.
La cattedra di Pietro è occupata da un vescovo malato d’amore e misericordia, espressi in gesti semplici e autentici.
“Dov’è carità e amore, lì c’è Dio” per ognuno dei 12 in carrozzella e con sempre la voce “parallela”della vecchina ai limiti della intonazione. Sembra di sentire cantare tutti gli angeli di don Gnocchi ospitati qui in tanti anni come quelli che ora hanno il corpo bloccato su carrozzelle, ma i loro piedi sono quelli dei loro parenti e dei volontari. Sembrano già volare verso l’alto, il cielo delle schiere angeliche fino alla “candida Rosa”.
Poi, tra il silenzio meditativo della consacrazione del pane e del vino, si sente l’assolo di un lamento-gioioso di un piccolo disabile. E alla recita del Padre nostro tutti gli “ospiti” si tengono per mano al servizio gli uni per gli altri. Da casa non ci si sente spettatori ma partecipanti dell’orazione che unisce milioni di persone sparse in ogni angolo per latitudine e longitudine. Oggi il cuore delle Terra è in quella periferia dove Francesco distribuisce la comunione.
Puoi esser non credente, avere una fede affievolita o dubbiosa, essere di un’altra religione… non ti viene né di cambiare canale né di allontanare le orecchie e gli occhi dalla diretta da Roma. Sono passati 75 brevissimi minuti.
Può iniziare il triduo pasquale di tradimenti, morte e risurrezione.