Così Francesco ha concluso la veglia di preghiera con i parenti delle vittime della mafia, ieri, nella chiesa romana di San Gregorio VII.
“Convertitevi – ha proseguito con voce sommessa ma ferma -. Lo chiedo in ginocchio, è per il vostro bene. Questa vita che vivete adesso non vi darà piacere, non vi darà gioia, non vi darà felicità”.
“Il potere, il denaro che voi avere adesso da tanti affari sporchi, da tanti crimini mafiosi è denaro insanguinato, è potere insanguinato e non potrete portarlo all’altra vita”.
“Convertitevi. Ancora c’è tempo per non finire nell’inferno: è quello che vi aspetta se continuate su questa strada”. “Voi avete avuto un papà, una mamma” pensate a loro, piangete un po’ e convertitevi!”.
“Per i familiari delle vittime innocenti delle mafie l’incontro con papa Francesco è un dono”, ha dichiarato don Ciotti, presidente di Libera, sottolineando che “sarebbe bello che il 21 marzo diventasse istituzionalmente per tutti gli italiani” ciò che è per i familiari delle vittime, e cioè “il giorno in cui i loro cari, in tante città d’Italia, vengono chiamati per nome, uno a uno, in un appello rivolto alle coscienze di tutti”.