Tutto è accaduto nel corso di un incontro, via Zoom, tra Papa Francesco e alcuni studenti asiatici, iscritti all’Università di Manila, nelle Filippine. Come riportano Today e Il Corriere della Sera, uno studente di psicologia ha preso la parola e ha attaccato il pontefice.
Ecco le sue parole: “Per favore, smetta di usare un linguaggio offensivo nei confronti della comunità Lgbtqai+, provoca dolore. Io stesso sono vittima di bullismo e stigmatizzazioni per il mio essere bisessuale, per la mia identità, e per essere figlio di una madre single. La prego – ha proseguito il giovane – consenta il divorzio nelle Filippine”, l’unico Paese – escluso il Vaticano – in cui è ancora illegale.
Lo studente si riferisce probabilmente ai recenti incidenti “diplomatici” che hanno visto come protagonista il Papa: alcune voci hanno rivelato, giorni fa, che il Santo Padre ha apostrofato in modo non proprio “politicamente corretto” le persone omosessuali, più di una volta.
Francesco, dal canto suo, non ha risposto alla provocazione e si è limitato a prendere appunti mentre il ragazzo parlava. Nella sua risposta ha solo poi parlato di “profonde discriminazioni radicate nella mente delle persone” senza però fare alcun riferimento specifico all’accusa di linguaggio offensivo verso la comunità gay.
Il tema del rispetto verso la comunità Lgbtqai+ è quanto mai attuale e riguarda da vicino la scuola: sono molti gli atti di bullismo legati all’omofobia; tutta la comunità educante è chiamata a garantire un ambiente educativo sereno e rispettoso di tutte le cosiddette “minoranze”, anche nelle parole ma soprattutto nei fatti.
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