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“Papà vieni e spacca la faccia al prof”, il docente: “Ancora nessun provvedimento per il ragazzo, ho inviato una pec alla Ds”

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Due giorni fa abbiamo parlato del caso di un docente picchiato dal padre di un ragazzo di sedici anni che lo aveva chiamato invitandolo “spaccare la faccia al prof. Il docente, 65 anni, che dopo quasi due mesi ha deciso di presentare denuncia, ha rilasciato un’intervista a Il Corriere della Sera.

Il ragazzo non è nuovo a fatti del genere

Ecco il suo racconto dei fatti: “Quando è arrivato questo signore, me la sono vista brutta. Sono riuscito a chiudermi in bagno, ma praticamente non ho chiuso occhio per giorni. All’indomani, arrivato a scuola, ho chiesto alla bidella di aprirmi il cancello e farmi entrare con l’auto, per evitare altre brutte sorprese. Da 40 anni mi dedico al volontariato, al recupero di ragazzi in difficoltà, ma non mi ero mai sentito in pericolo come questa volta. Spero che in futuro non accada altro: il ragazzo, qualche giorno fa, ha preso a pugni uno studente senegalese. Oggi ci sarà un consiglio di classe straordinario, l’ennesimo, per valutare il da farsi”.

Il giorno successivo, come se nulla fosse accaduto, il 16enne si sarebbe ripresentato in classe e avrebbe proiettato sulla lavagna multimediale un film porno. Lo stesso non sarebbe nuovo a minacce nei confronti dei docenti: l’anno precedente, infatti, avrebbe riservato lo stesso trattamento all’insegnante di chimica, che lo aveva ripreso per aver maneggiato sostanze pericolose senza autorizzazione.

A quanto pare non sono stati ancora presi provvedimenti per il ragazzo: “Al momento nessuno, nonostante abbia anche inviato una pec alla dirigenza scolastica per invitarla a valutare e agire per quanto di sua competenza”, ha aggiunto.

“La mela non cade lontano dall’albero”

“Si dice che la mela non cada lontano dall’albero. E, purtroppo, c’è poco da fare, è proprio così. Certo, ci sono delle eccezioni, qualcuno può diventare sacerdote e qualcun altro ergastolano, ma questi sono casi rari. La stragrande maggioranza dei comportamenti violenti si verifica per colpa di genitori assenti, latitanti, che non si occupano abbastanza o adeguatamente dei figli”, ha dichiarato il docente, parlando di educazione.

“C’è un altro episodio che mi ha riempito di gioia: dopo qualche giorno dall’accaduto, una studentessa che aveva assistito alla scena mi ha detto: ‘Professore, non andare più in quella classe, stai sempre con noi che noi siamo buoni’. Il gesto e le parole di quella ragazza mi hanno emozionato”, ha detto.

“Oltre che le materie, la scuola dovrebbe insegnare l’educazione, il vivere insieme e le buone regole sociali. Deve tornare ad essere ‘palestra di vita’. Troppo spesso, però, gli insegnanti sono oberati da mille impegni e si rischia di dimenticare che il nostro obiettivo non è soltanto istruire, ma anche formare cittadini responsabili e capaci di rispettare gli altri”, ha concluso il docente picchiato.

Redazione

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