Il 28 agosto del 2024 il CSPI ha espresso il proprio parere, obbligatorio ma non vincolante, sullo schema del decreto ministeriale delle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica nella scuola del primo ciclo in sostituzione di quelle esistenti dal 2019 per un numero di ore pari a 33.
Il CSPI nell’analizzare il documento inviato dal ministero, per esprimere il proprio parere, ha analizzato il documento riguardo alle linee guida dell’educazione civica del 2019 e ha messo in evidenza l’opportunità di valorizzare il lavoro pedagogico e culturale delle scuole sin dal 2020 attraverso una sistemazione delle linee guida esistenti approfondendo e ove necessario modificando i nuclei concettuali.
Al fine di accompagnare le scuole all’inserimento nel curricolo d’istituto
dell’insegnamento trasversale dell’educazione civica, nel rispetto dell’autonomia organizzativa e didattica le linee guida del 2019 hanno indicato i seguenti nuclei concettuali quali elementi fondamentali nell’insegnamento:
• Costituzione, diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà;
• Sviluppo sostenibile, educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio;
• Cittadinanza digitale.
Il CSPI, nell’eseguire un’analisi del testo ha riscontrato diversi aspetti negativi, per cui ha espresso un parere non favorevole, invitando l’amministrazione a rivedere il documento alla luce delle osservazioni effettuate.
Nell’analizzare i principi che stanno alla base dell’educazione civica, il CSPI rileva la mancanza di un riferimento alla relazione sociale tra individuo e collettività, che trova significato e centralità nel pieno sviluppo della persona umana che la Costituzione riconosce nella seconda parte dell’art. 3.
In merito ai principi costituzionali che devono essere alla base dell’educazione civica, Il CSPI riscontra la mancanza di un chiaro ed esplicito riferimento all’educazione contro ogni forma di discriminazione e violenza di genere.
Nella sezione “Sviluppo economico e sostenibilità”, il CSPI evidenzia, come sarebbe stato opportuno approfondire l’aspetto riguardante l’educazione finanziaria e non ridurla a strumento volto a valorizzare e tutelare il patrimonio privato.
Sull’educazione digitale il CSPI riscontra come nel documento manchi un esplicito riferimento al ruolo delle famiglie nell’utilizzo consapevole degli strumenti informatici, soffermandosi sul divieto del cellulare nella scuola del primo ciclo.
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