Sono oltre 20.000 gli studenti universitari con disturbi specifici dell’apprendimento che sono iscritti in uno dei circa 100 atenei italiani (di cui oltre il 10% telematiche), presenti in tutte le regioni del Paese.
L’Associazione Italiana Dislessia – AID su https://www.aiditalia.org/ ha lanciato una petizione per chiedere al Governo e al Parlamento diapprovare subito una legge che garantisca pari diritti e opportunità agli studenti universitari con DSA.
A molti di loro, spesso, dicono i promotori della campagna di AID, vengono negati gli strumenti e le misure compensative che gli spetterebbero di diritto, ostacolando il loro percorso accademico e impedendogli di realizzarsi pienamente.
Tra le richieste che si intende porre all’attenzione del governo e che si auspica faranno parte della legge di tutela dei diritti degli studenti universitari, ci sono il pieno riconoscimento di strumenti, misure compensative (peresempio computer con sintesi vocale, mappe concettuali, calcolatrice, formulari, oltre al tempo in più per le prove scritte) durante l’intero percorso accademico, che oggi sono concessi a discrezione del singolo docente e anche la realizzazione di almeno un centro sanitario pubblico per la diagnosi degli adulti in ogni regione italiana.
Si pensa erroneamente, sostengono ancora gli esperti di AID, che dislessia, disgrafia, disortografia, e discalculia, ovvero i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), siano un aspetto della vita scolastica degli studenti, mentre permangono nel corso della vita, e gli strumenti per poter affrontare al meglio studio e lavoro sono indispensabili in tutte le sue fasi. In diversi Atenei esiste un ufficio specifico per studenti con DSA, ma in molti casi si tratta di un servizio che accomuna le esigenze di coloro che si iscrivono presentando certificazioni di disabilità e di quelli che hanno uno o più disturbi di apprendimento.
Per comprendere se e quanto siano accessibili e diffusi gli strumenti compensativi per studenti con DSA nelle università, l’Associazione Italiana Dislessia ha svolto un’indagine sul livello di inclusione e accessibilità negli Atenei, attraverso un questionario online anonimo che è stato compilato da 520 studenti con DSA. Dai dati emerge che:
– al 71.5% di loro è capitato di vedersi rifiutare gli strumenti compensativi;
– solo il 16.9% ritiene che la legge 170 del 2010 sia sufficientemente applicata all’università;
– l’87,1% sostiene che serva una normativa ad hoc per regolare l’uso degli strumenti compensativi e delle misure dispensative in ambito accademico.
Martina, che studia in un ateneo del Nord Italia racconta che oggi per lei è diventata un’abitudine dover chiedere ogni volta il tempo aggiuntivo, la possibilità di usare mappe, schemi e appunti: all’inizio ero imbarazzata, sentivo di dover dare spiegazioni. Stefano, che studia al Dipartimento di Scienze della Formazione Primaria, dice Sto studiando per diventare maestro e poter avere le risorse per lavorare al meglio con i miei futuri alunni, io che da studente con Dsa ho avuto e continuo ad avere mille difficoltà. Matteo, che frequenta l’università a Roma, racconta ho incontrato molti docenti disponibili, ma per esempio durante gli esami online negli anni passati per molti di loro era difficile capire come “controllare” l’uso di mappe e dizionari, grafici e formule.
La petizione proseguirà fino a domenica 9 ottobre, conclusione della Settimana nazionale della dislessia 2022. Questo è il link per firmare https://www.change.org/lostudioèundiritto
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