Attaccato da ogni parte, assediato da televisione e videogiochi, colpito al cuore da Internet e dal digitale, il buon vecchio libro è stretto all’angolo, soffre, accusa i colpi ma resiste e si difende. Per fortuna, può contare su un alleato di rango: la scuola. Il Ministero dell’Educazione Nazionale francese premierà in questi giorni, negli spazi espositivi della Porte de Versailles che accolgono la ventiseiesima edizione del Salone del Libro, gli studenti vincitori del concorso “Faites des livres”. Si tratta di un mini premio letterario che intende spingere i ragazzi provenienti dagli ambienti socio-culturali generalmente meno avvezzi alla lettura, alla scoperta di quello che rischia di diventare un oggetto misterioso, il libro per l’appunto. Il titolo del concorso, volutamente costruito sul verbo “fare”, è evocativo di una filosofia ben precisa che sta alla base dell’operazione. Si tratta, cioè, di condurre i giovani a scoprire i valori dell’ «oggetto-libro» in una prospettiva dinamica che tenga conto del libro non soltanto come creazione letteraria ma anche in quanto prodotto di un “savoir faire” legato alla sua realizzazione tecnica: l’impaginazione, la veste grafica, le illustrazioni, la scelta della copertina, ecc. Un libro, quindi, da realizzare per intero, non soltanto frutto dell’immaginazione e della fantasia ma anche di una consapevolezza che lo faccia diventare un oggetto da guardare e toccare per il piacere che da ciò ne deriva. Un approccio globale che associa il senso alla forma, in vista di restituire ai giovani il gusto della lettura e il piacere di maneggiare e sfogliare un “oggetto” realizzato con gusto.