Attuare un riordino del sistema scolastico paritario, che faccia chiarezza sulle competenze di gestione, attraverso una legge da approvare in Parlamento: la richiesta è importante perché è giunta nel corso del convegno, svolto il 6 luglio a Montecitorio, sul tema ‘Parità scolastica: a dieci anni dall’approvazione della legge n. 62 del 2000’ e a formularla è stato il presidente della Camera, Gianfranco Fini. La terza carica dello Stato a esordito ricordando la sentenza della Corte Costituzionale che nel 2008 ha dichiarato “l`illegittimità della norma, contenuta nella Legge finanziaria del 2007, che prevedeva un incremento degli importi destinati alle scuole non statali. La motivazione della Consulta è stata che tale disposizione viola il principio della legislazione concorrente delle Regioni”.
Per il presidente della Camera è indispensabile, quindi, approvare il prima possibile una legge che superi questo blocco: “oltre a evitare i conflitti di competenza tra Stato e Regioni – ha detto Fini – darebbe certezza a famiglie e istituti scolastici nella fruizione dei sostegni previsti dalla legge: uno dei principali obiettivi deve essere quello di permettere anche alle famiglie meno abbienti di scegliere quella che ritengono sia la migliore opzione educativa per i propri figli. Mi auguro che il Parlamento – ha sottolineato – sappia cogliere, già in questa Legislatura, questa grande ed importante opportunità”.
Fini ha anche espresso la sua opinione sulla annosa questione dei finanziamenti alla scuola non statale: dopo aver premesso che “anche le scuole paritarie private svolgono un servizio pubblico”, il presidente della Camera ha dichiarato che “la parità scolastica non equivale affatto a intaccare il sistema statale dell`istruzione, ma significa contribuire alla crescita dell`offerta formativa in Italia, che rappresenta un diritto per i nostri giovani e un investimento per il sistema-Paese”.
Fini ha anche espresso la sua opinione sulla annosa questione dei finanziamenti alla scuola non statale: dopo aver premesso che “anche le scuole paritarie private svolgono un servizio pubblico”, il presidente della Camera ha dichiarato che “la parità scolastica non equivale affatto a intaccare il sistema statale dell`istruzione, ma significa contribuire alla crescita dell`offerta formativa in Italia, che rappresenta un diritto per i nostri giovani e un investimento per il sistema-Paese”.
I concetti espressi da Fini hanno avuto un seguito nelle parole del ministro dell’Istruzione, Maria Stella Gelmini, secondo cui in Italia “non è stata ancora raggiunta una piena parità scolastica” perché finora “c’è stato sempre un approccio ideologico. Troppe volte – ha sottolineato Gelmini – ci si è divisi tra scuole pubbliche e private, troppe volte si è gridato alla privatizzazione della scuola”. Questo ha portato al fatto che “le famiglie non sono ancora in condizione di scegliere liberamente come educare i propri figli”. Invece, secondo il Ministro, “bisogna superare gli steccati ideologici”.
Le parole pronunciate dal ministro hanno destato reazioni diversificate. Fa un certo effetto quella del Pd,
che attraverso la deputata democratica, componente della commissione Cultura della Camera, Rosa De Pasquale, ha assunto una linea non lontana da quella condotta dall’ex ministro Fioroni. Ed oggi confermata dalla Gelmini, condannando però l’inefficacia sul piano pratico di questo Governo. “La verità – ha detto De Pasquale – è che con la Gelmini le scuole paritarie sono ormai alla canna del gas. Dall’inizio della legislatura il Governo non ha fatto altro che tagliare, ha usato la scuola per fare cassa e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: meno ore di insegnamento, meno didattica innovativa e laboratoriale, meno qualità, meno autonomia, meno servizi e meno possibilità di scelte per le famiglie”.