Secondo i dati del “Centro studi scuola cattolica della Cei” in Italia tra il 2010 e il 2022, hanno chiuso 1669 scuole paritarie, di cui 1542 cattoliche e 127 d’ispirazione laica.
Tranne in Lombardia dove il dato è in controtendenza e, nonostante il numero degli alunni complessivamente sia in calo, alle superiori in un anno le scuole paritarie hanno guadagnano tremila alunni, passando da 33 mila a 36.327. A fare la differenza, spiegano le rappresentanze delle scuole paritarie, è il sistema della “Dote scuola”, varato 20 anni fa dalla Regione.
E se il Lombardia la “dote” sta dando buoni risultati, dicono dalle parti della destra e le associazioni, perché non estenderla in tutte le regioni d’Italia?
Il quadro è emerso, scrive il Corriere della Sera, al convegno “Il modello Lombardia: una risorsa per il sistema di istruzione nazionale” a cui ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara che sembra entusiasta di questi numeri, anche perché si incentiva il privato in somiglianza della sanità.
Secondo quanto spiega il Corriere, la “Dote” scuola sarebbe articolata in quattro misure, la più importante delle quali sarebbe il buono scuola, contributo per il pagamento della retta, sia paritaria o pubblica, che , tra il 2018 e il 2023 ha dotato 127 mila alunni, grazie a un investimento di 125 milioni di euro. A questo si aggiungono i buoni per l’acquisto del materiale didattico, erogati a 638 mila studenti, le misure per il sostegno ai disabili e la dote merito che ha premiato oltre 15 mila ragazzi.
In Lombardia le paritarie sono 2.474 e accolgono il 16 per cento degli studenti. A fare la parte del leone sono le scuole dell’infanzia con il 67 per cento
Ribadisce intanto Valditara: “Il sistema pubblico di istruzione è unico e comprende anche le paritarie. Non è un caso che giovedì io abbia firmato un decreto che consente loro di partecipare alla ripartizione di 750 milioni di euro di fondi Pnrr. I risultati finora ottenuti sono un traguardo, ma anche uno spunto per un continuo miglioramento”.