Francesca Vecchioni, scrittrice e mamma omosessuale, parla a Novara ai ragazzi dei diritti dei gay, ma questo esordio della rassegna dedicata alle scuole, promossa dall’assessorato all’Istruzione del Comune col Circolo dei lettori, non ha convinto l’Associazione genitori scuole cattoliche che ha scritto all’assessore, chiedendo spiegazioni: «Speriamo vivamente che l’assessorato si sia assicurato che gli istituti coinvolti abbiano ottenuto il consenso informato dei genitori» si legge nella lettera che chiede «quale sia la correlazione fra i diritti dell’infanzia e l’incontro».
I fatti sono raccontati dalla Stampa di Torino.
Era il 20 novembre, giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, quando la scrittrice figlia del cantautore Vecchioni e attivista per i diritti degli omosessuali ha incontrato a Novara un centinaio di studenti presentando il suo libro «T’innamorerai senza pensare».
Ma questo incontro, fra i tanti sulla legalità e i diritti dei “diversi”, non è piaciuto all’Agesc: «Era solo una richiesta di chiarimento – precisano i referenti novaresi che rappresentano un centinaio di famiglie -, a fronte di un tema delicato come l’affettività abbiamo chiesto se c’era il consenso delle famiglie, come prevede una circolare del ministero». Nulla contro la scrittrice, precisa Agesc: «Ognuno è libero di avere la sua visione e il Comune di fare le offerte che ritiene». Ma chiedono all’assessore «se non ritiene riduttivo nella giornata dei diritti dell’infanzia limitarsi alla sola tematica presentata».
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Ci sono «diritti prioritari per il territorio novarese» scrivono: disabili, istruzione, integrazione, «si è persa un’occasione per aiutare le famiglie e gli studenti a rifletterci e a discuterne». Anche la Lega Nord di Novara, scrive sempre La Stampa, ha annunciato che presenterà un’interrogazione in Comune.
Ma l’assessore è serena: «Sono contenta che mi abbiano scritto i loro dubbi e sono disponibile a un incontro». «Abbiamo parlato di legalità con Caselli, di istruzione con Striano, un ex carcerato legato alla mafia, nessuno ha protestato. Abbiamo voluto proporre alle scuole storie positive di riappropriazione dell’esistenza, di lotta contro le discriminazioni. La discriminazione ha sempre la stessa radice: la difesa. È su quello che abbiamo voluto ragionare con i ragazzi. E credo che l’incontro sia stato arricchente – aggiunge Patti -, gli studenti hanno fatto molte domande, si sono fermati a lungo, e molti adulti ci hanno chiesto di invitarla di nuovo».
E la scrittrice Vecchioni chiosa: «Mi piacerebbe confrontarmi con loro. Ascoltare i bisogni e le istanze di tutti credo sia un concetto molto cristiano». Non esiste una guerra dei diritti, spiega, né una classifica: «Un diritto non esclude l’altro, dovrebbero essere un ombrello che si amplia per coprire più persone possibile». E ricorda di essere mamma di due bambine. «Dopo la separazione, le mie figlie non sono tutelate dal punto di vista della continuità affettiva – spiega -, ma nel mio caso come in altri sono figli esistenti, non si può non affrontare la questione». Lo stesso tema dell’affettività, aggiunge, «dovrebbe essere affrontato presto con i ragazzi, loro ne parlano già, non bisogna avere paura di comunicare».
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