“Questa manovra conferma che abbiamo investito nel capitale umano”: lo dice la ministra Stefania Giannini nel corso di una intervista a L’Unità.
E poi aggiunge: “Ci sono risorse su tutta la filiera formativa, ma non è solo una questione di cifre. Quest’anno, in linea con la visione già delineata tre anni fa, le abbiamo indirizzate per premiare merito, qualità, eccellenza e per una lotta alle disuguaglianze che ancora ci sono, a causa della mancanza per anni per anni di una vera politica di diritto allo studio”.
“Nel complesso – continua il Ministro – questa manovra è la conferma che da subito abbiamo investito nel capitale umano. Parto da università e ricerca: con 7 miliardi e 323 milioni sul 2017/18, dopo sette anni il bilancio per gli atenei italiani torna positivo, con il ripristino dei fondi tagliati. Abbiamo concentrato le risorse su qualità e reclutamento dei giovani, sulla scia della scorsa legge Stabilità. Le novità stanno in particolare in 45 milioni di fondo premiale per la ricerca di base ad atenei che l’hanno incrementata. E nei 271 milioni destinati per la prima volta alle eccellenze dei singoli Dipartimenti, da assegnare sulla base della valutazione della ricerca già nota: a beneficiarne saranno 180 realtà, una quota dei fondi sarà destinata in modo obbligatorio all’assunzione di ricercatori. Altri 100 milioni, nell’ambito del piano per Industria 4.0, vanno alla creazione di laboratori aperti a aziende e atenei in cui fare ricerca applicata e formazione dei manager, a supporto di una manifattura avanzata, con una governance esterna attraverso una Fondazione. Un intervento grazie a cui di raddoppiare nel prossimo triennio il numero degli studenti degli istituti tecnici”.
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E continua dicendo a proposito del diritto allo studio: “Ci sono tre misure che io credo delineano una vera politica di diritto allo studio. Anzitutto, la novità rivoluzionaria di una no tax area fino a 13 mila euro di Isee; il ripristino del fondo del diritto allo studio progressivo fasce Isee; infine, la Fondazione articolo 34 per assegnare borse da 15 mila euro l’anno per tutto il corso di studi – e non più solo il costo delle tasse universitarie – ai molto bisognosi e molto meritevoli, per cui ora chiariremo i criteri di selezione”
Ma la Ministra si sofferma soprattutto sulle cifre per la scuola: “Ci sono 300 milioni per l’attuazione delle deleghe della Buona Scuola, 200 solo per quella 0-6 anni con la riforma di nidi e scuola dell’infanzia. E poi 200 milioni per la trasformazione dell’organico di fatto in organico di diritto, con la conseguente assunzione di altre migliaia di insegnanti anche se i numeri concreti li vedremo più avanti. Comunque un passaggio centrale, anche per i sindacati”.
“Praticamente è già pronto il testo della legge delega 0-6 anni, abbiamo i draft di tutte e nove le deleghe. Il percorso arriverà dopo la legge di Stabilità, dunque di certo entro l’anno”.
E spiega anche prossime tappe relative all’edilizia: “Posso solo ribadire che spenderemo quanto promesso via via che le risorse sono disponibili. Di quattro miliardi, il 43% è già stato destinato e speso in interventi per 13mila scuole (su 42 mila). Ma ricordo anche la cifra complessiva di quello che per la prima volta è un piano nazionale per l’edilizia scolastica: 6 miliardi e 699 milioni, dal 2014 al 2017, tra fondi Miur, Ue, mutui e svincolo dal Patto di Stabilità”.
“Non è un problema solo degli insegnanti, quello di essere sottopagati, ma di tutto il mondo della pubblica amministrazione se paragonato ad esempio a quello tedesco. Voglio comunque ricordare che con la legge 107 ci sono stati incrementi sostanziali: 200 milioni per la premialità, la carta del docente vale 48 euro netti in più al mese, anche se riconosco che alcuni aspetti – come l’alternanza scuola lavoro – comportano impegni aggiuntivi. La partita qui però è quella della riapertura dei contratti. Il bicchiere per ora è mezzo pieno. Che poi diventi pieno, sarebbe per me straordinario e auspicabile”.