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Parlano i sindaci: la chiusura protratta delle scuole potrebbe aumentare divari sociali e disuguaglianze

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Cristina Giachi, presidente della commissione Istruzione dell’Anci chiede che i Comuni italiani, attraverso l’associazione che li rappresenta, vengano coinvolti nella gestione della “Fase 2” dell’emergenza.
“Il tema della scuola – dichiara Giachi – dovrà essere trattato come prioritario e Anci dovrà far parte della task force sulla ripartenza della scuola”
“I Comuni – sottolinea la presidente della Commisione – sono i titolari dei servizi di supporto alla scuola: refezione scolastica, trasporto, educatori di sostegno e per il diritto allo studio. Spesso sono gestori di servizi educativi della prima infanzia, direttamente o attraverso appalti di servizio o convenzioni, gestiscono e organizzano una parte rilevante della scuola dell’infanzia. Per questo ci aspettiamo di essere coinvolti nelle decisioni che il Governo vorrà prendere per la fase due”.
I Comuni esprimono anche viva preoccupazione per le conseguenze che una prolungata chiusura delle scuole protrebbe provocare dal punto di vista sociale: “La scuola – sostiene infatti Giachi – è una parte significativa della vita delle città e la loro chiusura protratta approfondisce i divari sociali e le diseguaglianze. Non si può non riflettere su cosa avverrà nelle nostre comunità civiche con il rientro dei genitori al lavoro e le scuole ancora chiuse. Si deve lavorare ora per costruire insieme un piano per la riapertura di asili e scuole che sia adeguato ai bisogni dei bambini e degli adolescenti pur nel rispetto delle misure”.

Seppure indirettamente la richiesta dell’Anci sembra andare nella stessa direzione dell’ “appello” lanciato dal pedagogista Raffaele Iosa da noi intervistato nei giorni scorsi.
“Per gestire la riapertura delle scuole – sostiene Iosa – occorre un patto educativo a livello territoriale che coinvolga le scuole, gli enti locali, il mondo delle associazioni. La didattica a distanza va bene per il primo intervento, ma poi ci vuole altro”.