Ma quale didattica in presenza! Parliamo solo di presenza, perché questo sarà. Non si può parlare di didattica, né di apprendimento in tali condizioni: provate a stare per 6 o 7 ore seduti dietro un banchetto con tanto di mascherina, a non potervi alzare nemmeno per la” ricreazione” (i ministeriali e non solo hanno il diritto alla pausa caffè, ad alzarsi dalla scrivania per sgranchire le loro gambe, i ragazzi , invece?) provate a mangiare un panino o un pranzo freddo in locali non predisposti alla mensa (perché dimentichiamo che le scuole superiori non hanno la mensa!!), per non parlare poi delle finestre da tenere aperte per arieggiare l’aula (anche se la ministra ha proferito che le finestre possono essere tenute aperte per soli 10 minuti alla fine di ogni ora!) e nel frattempo i ragazzi?
Stanno dentro l’aula, ai loro posti, perchè non possono stare sul corridoio, si creerebbe assembramento, la campanella di fine ora suona per tutti non per pochi!! Però si continua a parlare di didattica in presenza, soddisfatti di far rientrare gli studenti a scuola, in queste condizioni, in una scuola che di certo non è a dimensione di studente, né per come sarà impostata né per gli orari decisi dalla Prefettura e dalle aziende dei trasporti, ai quali la scuola deve sottostare.
Eh già, sottostare! Perché nessuno ha avuto la semplice idea di ascoltare i dirigenti scolastici, per conoscere le esigenze dell’istituzione scolastica, sarebbe stato troppo intelligente o troppo banale!! La scuola deve solo eseguire ciò che dall’alto viene imprudentemente deciso; non fa niente se tutto sarà difficile da realizzare, se gli insegnanti cambieranno per l’ennesima volta l’orario, non fa niente se alcuni docenti stanno su più scuole, non importa se i ragazzi torneranno a casa alle 17, non importa se i docenti dovranno rivedere ancora una volta gli obiettivi didattici da raggiungere, non importa che l’apprendimento sarà messo a dura prova, l’importante è dimostrare che tutti siano stati riportati a scuola, ma a quale prezzo?
Mi sono ben guardata di parlare dei docenti, ho messo la lente di ingrandimento solo sulle criticità che peseranno sugli studenti, perché non si pensi che noi docenti non vogliamo ritornare in classe, l’unico vero luogo deputato all’insegnamento, ma vorrei anche sottolineare che la tanto famigerata DAD, ossia la modalità di formazione e apprendimento online e non quindi in presenza, se esercitata con passione “agevola il ricorso a metodologie didattiche più centrate sul protagonismo degli alunni, consente la costruzione di percorsi interdisciplinari nonché di capovolgere la struttura della lezione, da momento di semplice trasmissione dei contenuti ad agorà di confronto, di rielaborazione condivisa e di costruzione collettiva della conoscenza.”
Insomma, anche in DAD abbiamo dato e i nostri ragazzi, tutti, nessuno escluso, hanno recepito!
Marina Mangianti
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