Maurizio Parodi, dirigente scolastico, ricercatore e saggista, è il padre della campagna “Basta compiti”.
Il docente rilancia, tramite il proprio profilo Facebook, l’annosa battaglia contro i compiti per le vacanze.
Ecco quanto scritto da Maurizio Parodi:
“Perché i docenti continuano ad affliggere gli studenti e i loro famigliari con l’assurda pratica dei compiti per le vacanze? Perché impediscono alle famiglie di ritrovarsi serenamente, senza lo stress di compiti soverchianti e inutili che causano sofferenze, litigi, pianti, punizioni, rinunce dolorose, rabbia: bambini e ragazzi chiusi in casa, soli, chini sui libri, impegnati per ore e ore nello svolgimento di compiti che non potranno essere corretti (i docenti non avrebbero tempo per altro), che non determineranno effetti apprezzabili rispetto all’acquisizione delle competenze, che non lasceranno segno alcuno (non c’è in-segnamento: si tratta di un sapere usa e getta), che aggraveranno la condizione di chi sia già svantaggiato, che penalizzeranno chi viva in ambienti deprivati, che produrranno solo odio per lo studio e per la scuola…
Perché negare ai genitori che lo vogliano (e lo possano fare) di condividere “momenti” di gioia, passione, intimità altrimenti perduti per sempre, giacché irripetibili, costringendoli a minacciare, perseguitare, punire i figli, privandoli del tempo libero di cui hanno bisogno e diritto, per poter giocare, viaggiare, coltivare i loro interessi, stare con gli amici, ricrearsi (anche leggendo per piacere e non per dovere)…
Perché un tale, pervicace accanimento riconducibile a una pedagogia della sofferenza bandita da Indicazioni e Programmi ministeriali, dal buon senso, da quel minino di rispetto e sensibilità che qualsiasi adulto, tanto più se educatore, dovrebbe avere e mostrare nei confronti di bambini e ragazzi.
Perché ci si ostina a ignorare il “diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…” sancito dall’art.31 della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, violando colpevolmente la legge n.176 con la quale è stata ratificata, il 27 maggio 1991, dallo Stato italiano (proprio così: siamo di fronte alla patente e generalizzata violazione di un diritto e di una legge).
Se i docenti, italiani (un unicum) ritengono “irricevibile l’istanza”, meglio abolire le vacanze che tali sono solo per loro – beffardo paradosso: gli unici a beneficiare delle vacanze degli studenti sono gli insegnanti, ben oltre il periodo di ferie cui hanno diritto, cioè coloro che ne impediscono il godimento agli studenti, cioè a chi ne ha diritto.
Meglio che bambini e ragazzi vadano a scuola a svolgere le normali attività didattiche con i rispettivi insegnanti, sperando che possano essere liberi (liberati) almeno nel periodo di ferie dei docenti, che possano dedicare almeno la domenica al “riposo e allo svago” (cui nemmeno Dio ha voluto rinunciare), che possano “santificare le feste”.
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