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Parola d’ordine: comunicare

Convinti che in fatto di riforma della scuola stiano ormai "passando" comunicazioni sbagliate o comunque non corrispondenti alle reali intenzioni del Governo, al Ministero si stanno stringendo i tempi per far arrivare nelle scuole e soprattutto agli insegnanti materiali di lettura che possano fornire notizie e informazioni chiare e inequivocabili.
Per i docenti si sta preparando un volumetto che, oltre al testo commentato della legge-delega sulla riforma, dovrebbe contenere la presentazione delle linee guida della riforma e le risposte alle domande più frequenti e "maliziose" che stanno circolando fra gli addetti ai lavori e fra le famiglie.
E’ vero, ad esempio, che la riforma eliminerà il tempo pieno nelle elementari? Niente affatto si spiegherà nel volumetto: quando si parla di 30 ore settimanali di lezione si tiene conto che, attualmente, le classi a tempo pieno funzionano sì a 40 ore, ma 10 sono destinate alla mensa.
Si ritorna ad una scuola elementare separata dalla scuola media? E’ vero il contrario, assicura il Ministero: la riforma prevede persino l’abolizione dell’esame di quinta elementare.
Ci saranno tagli di organici? Neanche per sogno: quest’anno sono stati assunti 62mila precari e qualche altro migliaio verranno immessi in ruolo nei prossimi mesi.
I ragazzi dovranno scegliere fra scuola e lavoro già a 14 anni?
Non è così: alla fine della scuola media gli allievi potranno optare fra il sistema dei licei e istruzione-formazione professionale; d’altronde, fanno osservare al MIUR, il meccanismo messo in atto con la riforma Berlinguer-De Mauro (obbligo scolastico fino a 15 anni e obbligo formativo fino a 18) ha creato vere e proprie storture: secondo stime recenti e attendibili: in molti istituti secondari (soprattutto in quelli ad indirizzo tecnico-professionale) l’abbandono dopo il primo anno di scuola ha raggiunto punte altissime, alle volte superiori persino al 50%.
Anche questa riforma sarà fatta a "costo zero"? Niente di più falso, ribatte lo staff del Ministro che sta mettendo a punto i materiali informativi: in realtà è già stato concordato con la Presidenza del Consiglio un piano di investimenti di poco inferiore ai 17mila miliardi di vecchie lire per il periodo 2003/2007; e dal 2007 lo stanziamento a regime supererà i 2milioni  di euro all’anno (e 1.300 almeno saranno destinati alla valorizzazione della professionalità dei docenti).
Naturalmente l’opposizione fa già sapere che questa è solo propaganda ("di regime" aggiunge qualcuno), mentre dal Ministero ricordano che dopo la legge di modifica costituzionale approvata dal precedente Governo le regole devono cambiare per forza e neppure la scuola può rimanere fuori dal processo di riforma.

Reginaldo Palermo

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