Parole inaccettabili di un Ds. Il Miur intervenga

I Partigiani della Scuola Pubblica a volte sono particolarmente indignati. Questa volta siamo particolarmente indignati dall’articolo “i docenti sono tutti perfetti? o la Scuola non va anche per colpa di tanti di loro?” pubblicato sulla rivista web CGMagazine.it e firmato dal direttore responsabile Alessandro Turchi.

Nell’articolo lo scrivente rispolvera tutti i luoghi comuni sugli insegnanti, atti a demolirne l’immagine, sminuendo invece, chissà perché, tutte le gravi falle della nuova riforma della scuola, una Legge, la 107 del 2015, fatta talmente male da non consentire neanche la sua stessa applicazione.

Andando con ordine: – Gli insegnanti pretendono di lavorare sotto casa – La scuola produce ignoranti – Molti insegnanti sono lavativi – Il 13% dei docenti gode dei benefici della legge 104, contro il 2% nel settore privato E fin qui, niente di strano. La propaganda filogovernativa ha cavalcato spesso il populismo più becero, che molte volte si è espresso con questi toni tramite persone che in realtà non mettevano piede nelle scuole da vent’anni. La nostra indignazione è stata grande, quindi, quando abbiamo scoperto che lo scrivente, Alessandro Turchi, oltre che direttore responsabile della rivista è anche Dirigente Scolastico di un istituto di Salerno. Quindi un professionista della scuola, che conosce bene la realtà dei trasferimenti (i docenti vengono spostati solo in virtù di un algoritmo su cattedre fittizie che sono state create senza alcuna trasparenza, lasciando cattedre reali nella loro provincia che andranno a colleghi con punteggio molto inferiore), la realtà della didattica nelle aule (i test strutturati sono in via di abbandono in tutti gli altri paesi europei ma da noi si punta ancora tutto su Invalsi e Indire; inoltre si spinge ormai solo su LIM e Didattica 2.0, mentre chi fa veramente pedagogia e inclusione sociale viene umiliato rispetto a chi possiede attestati dei corsi più improbabili), la realtà degli insegnanti (esistono certamente insegnanti che non lavorano, ma i Dirigenti Scolastici possiedono dal lontano 2001, con le modifiche del 2009, la possibilità di sanzionare direttamente gli insegnanti che non compiano il loro dovere, e se non ricorrono agli strumenti loro assegnati dalla legge in realtà ci perdono soprattutto gli insegnanti realmente meritevoli), e infine la realtà dei diritti (la legge 104 è un diritto acquisito, e piuttosto il vero scandalo è che non venga concessa nel privato come nel pubblico). I tagli all’istruzione riconosciuti da Turchi possono legittimamente sollevare il dubbio che le nozze con i fichi secchi non riescono?

Infine, se questa è l’opinione del Preside Turchi sugli insegnanti, ci chiediamo se sia lecito e opportuno che un Dirigente Scolastico si esprima pubblicamente in questo modo a riguardo di quelli che sono anche lavoratori della sua scuola, e se gli altri Dirigenti Scolastici e le loro Associazioni non abbiano niente da dire a proposito.

I lettori ci scrivono

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