Genitori e professori e chiunque in genere abbia a che fare con i giovani avrà sentito spesso pronunciare la parola “cringe” e i suoi derivati: “Come sei cringe! Questa cosa è davvero cringissima!“.
Questa parola, proveniente dall’inglese, è ormai entrata nel linguaggio dei ragazzi a significare qualcosa di imbarazzante o ridicolo.
Il termine è ormai così diffuso che l’Accademia della Crusca l’ha inserito nella rubrica delle parole nuove.
“Nella nostra lingua, – leggiamo nella scheda sul sito dell’Accademia – la parola CRINGE rimane legata al suo ambito d’origine e a un uso gergale prevalentemente giovanile, e non è registrata da alcun dizionario italiano; tuttavia è piuttosto diffusa in rete, sui social network e sulle piattaforme di streaming e video come YouTube e Twitch, ed è impiegata sia come sostantivo maschile invariabile sia come aggettivo. […] si sono diffusi anche diversi derivati di CRINGE, alcuni giunti direttamente dall’inglese – come cringe comedy e gli aggettivi cringe-worthy e cringey – mentre altri sono stati adattati alla morfologia dell’italiano. Tra questi ultimi sono discretamente attestati il superlativo assoluto CRINGISSIMO e il participio presente CRINGIANTE usato con valore aggettivale, il sostantivo CRINGIATA e il verbo CRINGIARE usato prevalentemente nella forma riflessiva del tipo quella cosa mi/ti/ci cringia“.
Con l’occasione ricordiamo un progetto dedicato alle scuole per celebrare il settecentenario di Dante.
L’iniziativa, indirizzata prevalentemente agli insegnanti della Scuola secondaria di 1° e 2° grado, ma aperta a tutti gli interessati, si svolgerà nel periodo gennaio-maggio 2021 e prevede due momenti: una serie di cinque lezioni videoregistrate, fruibili sulla piattaforma Zoom, e proposte didattiche relative ai temi affrontati.
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