Prende avvio fra le polemiche il percorso del disegno di legge sulla riforma della scuola messo a punto dallo staff del ministro Moratti.
Intanto c’è il fatto che la proposta di Letizia Moratti non ha avuto il via libera dal Consiglio dei Ministri anche se al Ministero si affrettano a chiarire che non si tratta di un vero stop, ma più semplicemente di una pausa per precisare meglio alcuni punti.
Un vero e proprio altolà arriva invece dalla Cgilscuola che parla di ritorno ad "un passato, che speravamo lontano, nel quale l’istruzione era un privilegio per pochi, il rapido avvio al lavoro una condanna per troppi".
Non solo, ma secondo il sindacato di Enrico Panini con il disegno di legge del Governo "ci si allontana dall’Europa della cultura e del diritto all’istruzione".
Meno duro il giudizio della Uilscuola secondo la quale "l’impianto della riforma conferma il carattere nazionale dell’istruzione", anche se poi lo stesso sindacato evidenzia le proprie "perplessità circa la difficoltà dell’attuale sistema di formazione professionale che non dà garanzie per i giovani che vi accedono, e la necessità di modificare la parte relativa al rapporto scuola-lavoro."
La Cislscuola rivolge invece le proprie critiche soprattutto sulla nuova posizione della scuola dell’infanzia alla quale si potrà accedere già a due anni e mezzo
"C’è un limite a tutto – afferma il segretario nazionale Daniela Colturani – l’architettura istituzionale non può sacrificare i diritti dell’infanzia, dei suoi tempi e dei suoi spazi".
"La Cislscuola – conclude Colturani – è contraria ad ipotesi di riforma che vedrebbero la scuola dell’infanzia risospinta in un’area socio-assistenziale dalla quale si era affrancata grazie all’impegno professionale dei suoi insegnanti"
Di segno opposto i commenti di Sandro Gigliotti, presidente dell’Apef, che dichiara di apprezzare proprio alcuni aspetti (per esempio l’avvio del canale della formazione professionale e l’anticipo della frequenza alle materne e alle elementari) che secondo altri (vedi per esempio Cgilscuola) fanno del progetto Moratti una vera controriforma
C’è da dire che sulla questione della scuola dell’infanzia anche l’Anp non risparmia critiche "E’ singolare – sostiene il presidente Giorno Rembado – che, dopo i generali apprezzamenti riscossi dalla scuola dell’infanzia sia in sede tecnica che politica, proprio questo segmento del sistema sia chiamato a fare le spese del ridisegno dell’architettura complessiva. Tre o sei mesi di anticipo possono non fare una grande differenza a diciotto anni, ma non sono indifferenti a tre anni".
Comunque nei prossimi giorni sapremo se il Governo proseguirà senza tentennamenti sulla strada indicata da Letizia Moratti o se ci saranno variazioni di rotta per evitare di far emergere i dissensi che – secondo alcuni osservatori – sono presenti anche all’interno della stessa maggioranza
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