La battaglia che i Partigiani della Scuola Pubblica hanno deciso di ingaggiare con l’Associazione Nazionale Presidi potrebbe essere solo all’inizio.
I Partigiani” stanno coalizzando un bel numero di organizzazioni e movimenti locali e nazionali e stanno divulgando in rete un modulo che invitano a sottoscrivere e a inviare al Ministero.
Oggetto del contendere, come si sa, sono un paio di slides che l’Anp sta utilizzando nei propri seminari informativi rivolti ai dirigenti scolastici.
Ai Partigiani, in particolare, non piacciono i riferimenti ai docenti “contrastivi” e al fatto che l’Anp auspicherebbe di non avere le mani legate contro di essi. Ai Partigiani non piace neppure il richiamo dell’ANP a “fare squadra” (espressione definita “tristemente evocativa”).
Il documento che il movimento dei Partigiani per la Scuola Pubblica invita a firmare è ricco di richiami normativi: sarebbero 4 gli articoli della Costituzion che l’ANP metterebbe a rischio (1, 21, 33 e 98).
Ma il richiamo che più di altri colpisce è quello relativo all’articolo 610, 1° comma del Codice Penale che concerne il reato di “violenza privata” e così recita: “Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.”
Non solo, ma siccome la violenza viene perpetrata da un pubblico ufficiale (il dirigente scolastico), ci si troverebbe di fronte ad una aggravante espressamente prevista dall’articolo 61 del codice penale.
Insomma potrebbe essercene a sufficienza per rinchiudere nelle patrie galere per qualche anno l’intera dirigenza dell’Anp.
Chi scrive non è un esperto giurista, ma c’è un punto che non è del tutto chiaro: se una slide sui docenti contrastivi integra il reato (con aggravante) di violenza privata cosa si dovrebbe dire delle decine, centinaia di post che invadono quotidianamente i sociall network, i più benevoli dei quali sono del tipo “ma va morì ammazzatto”, “spero che il ministro X venga al più presto gambizzato” e via di questo passo?