Arriva dai Partigiani della Scuola Pubblica una prima spiegazione sulle firme mancanti per il referendum abrogativo di 4 norme della legge 107.
“Purtroppo – spiegano i PSP – la concitazione degli ultimi giorni di raccolta con certificazioni per i firmatari fuori sede che non arrivavano, a causa del superlavoro dei comuni, con organico sottodimensionato, su ben 13 quesiti referendari contemporaneamente sottoposti al vaglio degli uffici elettorali, non ha consentito fisicamente ai membri del comitato di Roma di avere contezza materiale di tutto quello che perveniva”
In pratica diversi “pacchi con dichiarato il numero di firme sono stati consegnati in Cassazione in fiducia, senza che fosse materialmente possibile verificarne la congruenza, proprio per tutti i ritardi accumulatisi che hanno ridotto le operazioni all’ultimo giorno, per non dire minuto”.
Senza considerare che “diversi moduli conteggiati sono stati invalidati per la decorrenza dei 3 mesi dalla vidimazione proprio per effetto di questi ritardi”.
“La raccolta firme – accusano i PSP – non è stata una passeggiata: il governo con tutti i mezzi di informazione alle sue dipendenze non ha concesso alcuno spazio alla divulgazione delle operazioni di raccolta nei canali mediatici nazionali; tutta l’informazione è passata solo attraverso i social e i passaparola”.
Secondo i PSP i mezzi di comunicazione, insomma, non avrebbero divulgato l’iniziativa referendaria e e la diffusione delle notizie si sarebbe limitata al passa parola e ai social
(per la verità la nostra testata si è occupata non poco della campagna referendaria, con articoli, interviste e resoconti di incontri promossi dal Comitato).
Non è nostro compito analizzare le ragioni del clamoroso esito della raccolta delle firme, ma forse potrebbe essere utile anche cercare di capire per quale motivo l’organizzazione capillare della Flc-Cgil, che faceva parte del Comitato promotore, non sia stata sufficiente a diffondere notizie e informazioni e a raccogliere firme non solo nelle grandi città ma anche nelle aree più decentrate. Senza contare che sarebbe interessante sapere in che misura il M5S, che pure in Parlamento si era speso fino all’ultimo per impedire l’approvazione delle legge 107, abbia concretamente contribuito alla raccolta delle firme.
Un comunicato ufficiale del Comitato potrebbe forse servire per dissipare ogni dubbio.
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