La macchina organizzativa per l’assunzione di 25.000 insegnanti e 7.000 Ata ha mosso il suo passo più importante: con il D.M. n. 61 del 10 luglio il Miur ha comunicato le disposizioni generali sulle modalità che i Csa dovranno adottare per le immissioni in ruolo da realizzare nelle prossime settimane. Un provvedimento che assieme ai criteri di attribuzione, comunicati ai sindacati, va a costituire i paletti che decreteranno chi entrerà di ruolo e chi rimarrà escluso. E questi ultimi, purtroppo, ancora una volta saranno la grande maggioranza visto che (alla luce della scarsa consistenza di assunzioni in rapporto ai posti liberi) costituiscono oltre il 90% di chi è nelle graduatorie (concorso a cattedre ed esaurimento per i docenti e 24 mesi per gli Ata).
Ma andiamo a vedere quali sono le prime indicazioni. Viale Trastevere ha prima di tutto stabilito la suddivisione dei posti da assegnare al ruolo: la maggior parte andranno al sostegno, su cui saranno assunti 6.890 posti da dividere su tutti i livelli di scuola. Il contingente di posti riservato agli insegnanti di scuola materna è rappresentato da 3.220 insegnanti mentre è andata meglio a quelli di scuola primaria, a cui sono state destinate 5.758 cattedre. Alle medie inferiori andranno 4.670 posti di insegnante. In misura inferiore, rispetto alle ultime tornate di assunzioni, la percentuale di posti concessi alle medie superiori, a cui andranno appena 4.297 cattedre. Una scelta dettata con ogni probabilità dall’imminente riforma, confermata dal dl 112, con cui si intende ridurre il monte orario complessivo dei corsi di tipo tecnico e professionale (che assieme costituiscono due istituti superiori su tre).
Il Ministero ha poi accantonato una piccola fetta di assunzioni per personale educativo che opera principalmente nei convitti nazionali (141 educatori) e per i docenti impegnati nelle scuole speciali per ciechi e sordi (in tutto 24).
A livello geografico, la Regione su cui pioveranno la maggior parte di assunzioni di docenti è la Lombardia (ben 4.427 posti), seguita da Lazio (2.539), Campania (2.373), Emilia Romagna (2.173), Piemonte (2.064) e Veneto (2.036).
Le regole rimangono le stesse dello scorso anno, anche se probabilmente per l’ultima volta alla luce delle dichiarazioni del ministro Gelmini: metà dei posti andranno ai precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento e l’altra metà ai vincitori dei concorsi ordinari a cattedre. “Il numero dei posti su cui possono essere disposte le assunzioni a tempo indeterminato – recita il D.M. 61 – viene ripartito a metà tra le graduatorie dei concorsi per esami e titoli banditi nell’anno 1999 – ovvero, in caso di mancata indizione, tra le graduatorie dei precedenti concorsi – e le graduatorie ad esaurimento di cui all’art. 1, comma 605, lett. c) della legge 27 dicembre 2006, n.296”.
Tutte le assunzioni dovrebbero terminare, ma il condizionale è d’obbligo visti i tempi stretti e soprattutto i precedenti vissuti all’interno dei Csa, entro il 31 luglio. Anche perché il mese di agosto dovrebbe essere dedicato ad assegnare gli altri 25.000 posti rimasti liberi.
Nelle prossime ore viale Trastevere fornirà anche le indicazioni per la ripartizione dei posti suddivisi per provincia e singola classe di concorso. Per il momento si sa solo che per gli insegnanti il contingente di assunzioni sarà pari al 48% dei posti disponibili, salvo per la scuola media, per la quale è prevista una percentuale di circa il 24% per Italiano e del 16% per Educazione tecnica. Si tratta di cattedre su cui i tecnici del Ministero prevedono, infatti, un sensibile decremento di posti conseguente all’avvio, ormai imminente, della riforma Moratti: quest’ultima infatti porterà alla progressiva riduzione di circa il 30% del monte orario di entrambe le materie. Assumere ora troppo personale avrebbe così comportato negli anni, secondo gli esperti Miur, delle classi di concorso con docenti in esubero.
Ma a chi andranno però i posti non assegnati a tali classi di concorso? La Flc-Cgil preannuncia le intenzioni del Miur: “il 100% dei posti vacanti per le assunzioni nelle lingue delle medie diverse dall’inglese, il 58% di assunzione su inglese alle medie. I restanti posti non assegnati (circa 2000) saranno aggiunti al contingente del sostegno per il quale si prevede la copertura di circa il 70% dei posti vacanti”.
I sindacati non erano d’accordo né con questa scelta, che penalizza i tanti docenti in graduatoria nella A043 e nella A033, ma neanche con quella di non assegnare a ruolo i posti singoli: almeno inizialmente nelle classi di concorso dove vi è una solo cattedra disponibile il ruolo rimane così una chimera. Ma se risultassero tuttavia dei posti residui da altre classi di concorso (lo scorso anno alla fine non ne furono assegnati oltre 4.000), “gli Uffici scolastici provinciali – spiega un comunicato Gilda – potranno decidere se destinarli ad una classe di concorso con posto unico tale immissione in ruolo, verificando comunque che nei 3 anni successivi non ci sia saturazione”.
Nel D.M. 61 il Miur ha dato anche indicazioni sul personale non docente, che ancora una volta si dovrà accontentare della fetta più piccola della “torta”: agli Ata andranno infatti solo 7.000 immissioni in ruolo, a fronte di oltre 80.000 posti liberi. Una cifra che permetterà di assumere solo l’8% degli attuali profili di assistenti amministrativi, tecnici ed ausiliari. Ma che deve tenere conto del taglio previsto dal dl 112 di oltre 40.000 posti nei prossimi tre anni. Il Ministero ha indicato di avere particolare attenzione per i profili “unici” di cuochi, infermieri e guardarobieri.
Per quanto riguarda le assunzioni dei Direttori dei servizi generali ed amministrativi sono disponibili circa 1.330 posti: “saranno accantonati – spiega la Flc-Cgil – 523 posti destinati al concorso ordinario, derivanti dai mancati accantonamenti degli anni precedenti, e saranno assegnati a ruolo 300 posti. I rimanenti posti (circa 500) restano disponibili per il corso-concorso”.
Sinora il provvedimento ha ricevuto non poche critiche, soprattutto per l’esiguità di posti assegnati a ruolo e per il mancato accoglimento della maggior parte delle osservazioni mosse dai sindacati. La Flc-Cgil parla di un Miur ormai “ostaggio del Ministero dell’economia” confermato dalla “volontà di questo Governo di negarsi al confronto e di non tenere in alcun conto le reali esigenze dei lavoratori e delle scuole”. Maria Di Patre, della Gilda, ricorda le contestazioni più rilevanti fatte all’Amministrazione: “il principio della saturazione degli organici, secondo il quale ai tagli già attuati si devono aggiungere in previsione i tagli degli anni venturi, ma anche la decisione di non immettere sui posti unici, che penalizza i docenti precari per anni e anni su classi di concorso sulle quali non si operano, da decenni, immissioni in ruolo”. Richieste però che non hanno avuto seguito. Positivo invece il giudizio dello Snals-Confsal: “il provvedimento – ha detto il segretario Marco Paolo Nigi – è la risposta alle continue e pressanti azioni esercitate del sindacato per assicurare la stabilizzazione del posto di lavoro al personale precario, sempre nell’auspicio che l’azione del governo possa continuare in questa direzione anche nel futuro”.
Per visionare il decreto ministeriale n. 61 del 10 luglio e la nota prot. n. 11689 dell’11 luglio 2008 con allegate le istruzioni operative, consulta il box "Approfondimenti".