Sotto attacco il governo Monti, e in modo particolare la legge Fornero sulle pensioni che non ha riconosciuto al personale della scuola la particolarità di avere una sola finestra di uscita, quella del primo settembre, fissando per tutto il pubblico impiego il godimento dei diritti pensionistici al 31/12/2011.
“Forse sarebbe il caso”, si legge nella nota, “ che la ministra del Lavoro, Elsa Fornero, finora sorda al loro richiamo, cominciasse a prendere in seria considerazione questo nodo spinoso che ha fruttato ben due interrogazioni parlamentari e che potrebbe dar vita – lo hanno confermato le deputate Bastico e Ghizzoni – ad un disegno di legge ad hoc volto a sanarlo.”
Oltre dunque al comitato “Quota 96” anche il Codacons, dopo vari annunci, dichiara che ricorrerà al T.A.R. per difendere i diritti acquisiti di tutti quei professionisti della scuola che pensavano di uscire dal lavoro il 1 settembre 2012 e che invece sono rimasti ostaggio della riforma Fornero, riforma che ha innalzato di sei anni, senza alcuna transizione o gradualità, l’età pensionabile.
Ma anche La Cisl scuola, con un recente comunicato, ha fatto sapere che ha notificato nei giorni scorsi, all’Amministrazione del Miur, alcuni ricorsi di docenti che avrebbero maturato i requisiti previsti per andare in pensione in base alla precedente normativa entro il 31 agosto 2012.
L’Anief, altro sindacato della scuola, ha da tempo pubblicizzato le sue azioni legali al T.A.R. e al Giudice del lavoro. Da fonti certe sembra che la Uil stia predisponendo oltre 1700 ricorsi in tutta Italia e che la Cgil e lo Snals, infine, hanno dato battaglia in tal senso.
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