Il Miur continua a fornire indicazioni sul prossimo avvio dei Percorsi abilitanti speciali, cui sono interessati circa 65mila candidati all’abilitazione: nel corso dell’ultima riunione con i sindacati, svolta al Miur il 13 novembre, l’amministrazione ha fatto sapere che i corsi prenderanno il via entro un mese (metà dicembre) e dovranno necessariamente terminare entro giugno 2014. Fermo restando, che le attività formative si svolgeranno secondo il calendario che verrà fissato da ogni ateneo organizzatore.
Sono diverse le novità comunicate ai rappresentanti dei lavoratori: una di queste riguarda la confermata volontà del Miur di attivare i corsi anche nel caso il numero dei candidati fosse esiguo o comunque, inferiore alle 30 unità. Dal resoconto della Uil Scuola apprendiamo che in questi, “in alternativa all’attivazione dei corsi interregionale, possono essere previsti raggruppamenti di classi di concorso omogenee o accorpamenti di discipline comuni”. In questi casi sarà possibile anche attivare parte del percorso formativo su piattaforma e-learning.
Qualora fosse necessario suddividere i corsi in più anni accademici, il Miur ha predisposto un ordine di precedenze determinato sostanzialmente da tre elementi afferenti ai corsisti: mancanza di altra abilitazione, maggiore anzianità di servizio e, in caso di parità di punteggio, maggiore anzianità anagrafica.
Tramite i direttori generali Chiappetta e Livon, l’amministrazione ha fatto sapere che la procedura sarà curata direttamente dagli uffici centrali e periferici del ministero dell’istruzione. In particolare, scrive la Flc-Cgil, “sarà responsabilità del Miur verificare la validità delle domande degli aspiranti; compilare gli elenchi; ripartire i candidati negli anni e/o a livello territoriale”.
Il Miur ha anche stabilito che la durata complessiva dei corsi dovrà essere di 900 ore, pari a 36 crediti formativi. La frequenza dei corsi sarà obbligatoria, con un massimo di assenze consentite del 20% del totale (è caduta definitivamente la volontà del Miur di ancorare le assenze alle singole discipline).
Per quanto riguarda le attività didattiche in presenza, queste dovranno essere pari a 300 ore. Mentre le rimanenti 600 ore saranno impegnate in attività di studio, comprese le attività svolte in e-learning.
Sempre la Uil Scuola ha sottolineato che “su richiesta dei corsisti, le università, in presenza di certificate competenze disciplinari già acquisite, possono deliberare una riduzione del carico didattico complessivo in misura non superiore al 15%”.
Per la prima volta è stato affrontato il problema dei soldi che verranno chiesti ai corsisti per la frequenza dei corsi. Il Miur avrebbe espresso la volontà di voler creare le condizioni più favorevoli possibili per facilitare la formazione dei candidati all’abilitazione. La Uil, assieme alle altre organizzazioni, ha chiesto “un tetto massimo di spesa al fine di rendere accessibile la partecipazione ai corsi per tutti, evitando anche disparità di trattamento tra le diverse università. E ciò vale anche per i corsi per l’acquisizione delle competenza linguistiche rientrino nel budget generale, senza costi aggiuntivi”.
Durante l’incontro la Cisl Scuola ha rappresentato le fortissime preoccupazioni (segnalate da tutti i territori) circa l’incertezza dei PAS per le scuole dell’infanzia e primaria. “Il capo dipartimento Università – scrive il sindacato – ha cercato di rassicurare in merito, senza peraltro convincere; dietro l’insistenza di tutte le Organizzazioni Sindacali si è impegnato ad una puntuale verifica e ad un confronto in sede CRUI giovedì prossimo, 21 novembre”.
Capitolo permessi studio. I sindacati hanno chiesto la riapertura generalizzata dei termini di presentazione delle150 ore relative al diritto allo studio (ferma restando la titolarità della contrattazione sulla materia al livello regionale). Anche alla luce dei non pochi frequentati, lo scorso anno scolastico, i Tfa ordinari a cui non furono concesse le 150 ore (a causa dell’abbondanza di candidature), i sindacati hanno chiesto che il 3% dell’organico da destinare a tale procedura venga calcolato sull’organico di fatto e non su quello di diritto.
All’incontro c’era anche lo Snals. Che, a tal proposito, ha chiesto che sia formulata a livello nazionale, fermo restando la contrattazione di livello regionale, una Intesa tra OO.SS. e Amministrazione che consenta, tra l’altro, ai territori la possibilità di “spacchettamento” delle 150 ore anche tra più soggetti. Ancora lo Snals ha fatto osservare la necessità che “l’operazione di avvio dei PAS sia contestuale e non si crei allarme per “fughe in avanti” di alcuni USR, quali, ad esempio, le Marche, che hanno già ufficializzato l’attivazione di alcuni corsi, ingenerando negli interessati la preoccupazione che altri non verranno organizzati”.
La pubblicazione del decreto direttoriale è prevista nelle prossime ore.
A breve, infine, è previsto anche un incontro dei sindacati con la direzione generale dell’AFAM con la quale si sta predisponendo una direttiva congiunta per l’attivazione dei PAS delle classi di concorso relative alle discipline artistiche e musicali di competenza.