E’ stata firmata l’intesa fra Sindacati e Miur in merito alla stabilizzazione dei precari storici della scuola: Il percorso abilitante speciale, diventa così la misura preposta alla risoluzione del problema del precariato. Un percorso pas docenti, gestito dalle Università che sarà destinato ad una platea di 55 mila supplenti con 36 mesi di servizio.
Pas docenti: come funziona
Viene dunque confermato quanto annunciato in precedenza dal senatore Mario Pittoni, ovvero che al Pas docenti potranno partecipare i docenti con 36 mesi di servizio svolto nella scuola paritaria, rigettando la prima proposta che prevedeva tale servizio come in subordine rispetto alle supplenze sulla scuola statale.
Un altro punto importante risponde a molti lettori che hanno chiesto delucidazioni in merito negli ultimi giorni: il Pas sarà attivato entro e non oltre il 2019 e prevede più cicli. Pertanto, potrebbero esserci più di un possibilità per i precari.
Infine al Pas docenti, potranno accedere, e questa è una conferma, anche gli insegnanti di ruolo e i soggetti con dottorato di ricerca.
Rigettato invece dal testo definitivo firmato da Sindacati e Miur l’11 giugno il Pas sostegno: infatti nella proposta precedente era prevista l’apertura di Pas sul sostegno a chi avesse svolto almeno un anno di servizio accanto agli alunni disabili. Ma l’idea è saltata, lasciando così i tre cicli di tfa sostegno, di cui uno già partito, come unico canale di formazione per ottenere la specializzazione sul sostegno.
Pas docenti: come calcolare il servizio
E’ bene inoltre evidenziare che il servizio deve essere stato prestato per almeno 180 gg. per anno scolastico, ovvero bisogna aver prestato servizio, anche non continuativo, per almeno 180 giorni in un anno scolastico.
In alternativa, viene considerato valido il servizio dal 1/02 al termine degli scrutini o esami.
Chi parteciperà al Pas sarà abilitato ed inserito nella seconda fascia delle graduatorie di istituto ed essere disponibile alle supplenze.
Il concorso straordinario
La svolta dell’accordo Miur-sindacati, però, è soprattutto quella dell’avvio imminente, probabilmente entro l’estate 2019, di un concorso straordinario per la scuola secondaria, anche questo abilitante, che porterà direttamente all’immissione in ruolo oltre 24.000 candidati docenti.
In questo caso, l’accesso al concorso straordinario sarà riservato a coloro che hanno accumulato i tre anni di insegnamento solo nella scuola statale.
Inoltre, almeno un anno dovrà essere stato necessariamente svolto insegnante, pure senza abilitazione, la medesima classe di concorso per cui si intende concorrere.
Le prove e la graduatoria finale
Il concorso si baserà su una prova scritta, computer based, per la quale sarà prevista una soglia di punteggio minimo, e da una verifica orale non selettiva.
Gli esiti della doppia prova serviranno a formare la graduatoria finale, la quale però si andrà a realizzare anche tenendo conto dei titoli di servizio svolto (questi ultimi, tra l’altro, sembra che abbiano maggiore rilievo rispetto alle prove svolte).
Ricordiamo, che il testo dell’intesa arriverà in Parlamento: infatti, l’idea del Governo è quella di inserirlo come emendamento al decreto crescita. Bisogna adesso valutare i tempi tecnici dell’iter parlamentare.
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