Cari colleghi, insieme abbiamo sofferto in questi tre anni per questa abilitazione. Finalmente sono stati riconosciuti i nostri diritti e , a parte i molti errori commessi dagli uffici regionali scolastici, abbiamo tirato un sospiro di sollievo. Con gioia siamo ritornati all’ università, malgrado i costi troppo elevati dei corsi e la quasi impossibilita di gestire tutto. La vita è diventata una girandola: mattino scuola, un panino al volo e trasferimento all’università per quattro ore di lezione (sabato compreso).
Arriviamo a casa tardi e, spesso, il tempo per rivedere gli appunti e per studiare non c’è. Le lezioni non sono entusiasmanti, i docenti fanno stancamente il loro lavoro, leggendo decine di slide ogni volta: un vero fiume di parole che noi in qualche modo dovremo immagazzinare. Ancora una volta ci si chiede perché la nostra università sia così teorica. Questa poteva essere un’occasione per verificare teorie, per confrontare idee con chi ogni giorni ha davanti gli occhi di tanti ragazzini. Tra poco ci saranno gli esami per verificare le competenze apprese (Eduardo diceva che non finiscono mai e le sue erano areole sacrosante).
Quindici domande per materia, due ore di tempo e via se non arrivi a un certo livello la tua abilitazione è finita, come e finito il tuo lavoro.
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