Che succede se un’ università o un conservatorio pur attivando un percorso abilitante speciale lo avvia, di fatto, nel corso del prossimo anno accademico?
senza volersi soffermare sulle conseguenze disastrose che tale decisione produrrebbe sui docenti precari, per le università e per i conservatori non accadrebbe proprio nulla. stando, infatti, all’interpretazione estrema che in alcune regioni viene data ai termini “attivazione” ed “avvio” puo’ accadere, come sta accadendo, che i docenti risultano “vincolati” dall’assegnazione –abbinamento- a questa o quella università e per cosi’ dire “congelati” fino all’effettivo avvio del percorso. in qualche caso questa o quella università’ (o conservatorio) emana il bando per l’iscrizione e segnala la data dell’effettivo avvio (magari novembre 2014) , in qualche altro caso preferisce il limbo del silenzio in attesa di pronunciarsi.
in mezzo a tutto questo, sempre loro: i precari…che verranno tenuti in frigo per mesi.
in mezzo a tutto questo, sempre loro: i precari…che verranno tenuti in frigo per mesi.
che succede se un cosiddetto docente “congelato” , per gli effetti di cui sopra, chiede un nulla osta per poter frequentare i corsi in un’altra regione dove invece si è proceduti ad avviare i percorsi?
semplice! il nulla osta potrebbe venirgli negato perché in effetti la sua cdc , nella sua regione, risulterebbe regolarmente “attivata” anche se l’effettivo avvio è procrastinato nel tempo….può l’usr competente intervenire efficacemente in tali casi?
l’usr ha poche armi a disposizione e sono comunque, in parte, armi spuntate dal momento in cui non è stata fatta (in fase di intesa tra atenei e usr) preventiva chiarezza sui termini “attivazione” ed “avvio”, diverso sarebbe stato se le uni e i conservatori nel manifestare la loro “disponibilità” e ancor prima dell’abbinamento avessero concordato e definito i termini dell’effettivo avvio dei percorsi. piu’ efficace e, ci auguriamo risolutore, potrebbe essere un intervento diretto del miur che, ricordiamo, è il ministero dell’istruzione, della ricerca ma anche dell’università.
l’usr ha poche armi a disposizione e sono comunque, in parte, armi spuntate dal momento in cui non è stata fatta (in fase di intesa tra atenei e usr) preventiva chiarezza sui termini “attivazione” ed “avvio”, diverso sarebbe stato se le uni e i conservatori nel manifestare la loro “disponibilità” e ancor prima dell’abbinamento avessero concordato e definito i termini dell’effettivo avvio dei percorsi. piu’ efficace e, ci auguriamo risolutore, potrebbe essere un intervento diretto del miur che, ricordiamo, è il ministero dell’istruzione, della ricerca ma anche dell’università.