Accorato ed unanime sarà domani il nostro augurio di rinascita, di resurrezione per una convinta e necessaria ripartenza verso una nuova “normalità” diversa e migliore perché potrà far tesoro di quest’esperienza inimmaginabile che stiamo vivendo da più di un anno. All’entusiastica ed iniziale speranza che abbiamo proclamato scrivendo, un anno fa, in policromia sui nostri balconi “Andrà tutto bene”, adesso stiamo razionalmente scommettendo sul nostro futuro partendo proprio dalla scuola che dal 7 aprile aprirà le finestre alla “speranza”.
Sfida che deve essere accolta con orgoglio da tutti gli operatori scolastici per poter ripensare a nuovi paradigmi culturali con cui andare a leggere, interpretare quanto successo in questo anno di pandemia e rilanciare ruolo e compiti della scuola in una società che si è scoperta più povera, più debole e più fragile.
Abbiamo dovuto prendere atto, in quest’anno di pandemia, delle nostre fragilità esistenziali, sociali, sanitarie, economiche e culturali e contemporaneamente con la resilienza tipica dell’umanità dobbiamo ritrovare gli antidoti al nostro individualismo, alla nostra presunzione di onnipotenza e orientarci verso orizzonti di “speranza”.
Non ci mancano i suggerimenti e le suggestioni che possano aiutarci in questa ricerca di “nuovo umanesimo”, necessario per riempire di valori e di contenuti significativi le nostre vite. Le riflessioni filosofiche di Edgar Morin di cui sono intrise le nostre Indicazioni nazionali per la costruzione del curricolo nel primo ciclo, le felici intuizioni del Papa Francesco nella sua prima Enciclica “Laudato si’” che sono state alla base della COP 21, la Conferenza Mondiale di Parigi sui cambiamenti climatici e del documento dell’ONU “AGENDA 2030”, rappresentano per tutti una road map capace di riorientarci e riempire di senso e significato le nostre vite e le nostre comunità.
Cittadinanza terrestre, proposta da E. Morin, necessaria per la salvaguardia del nostro pianeta, deve essere un obiettivo condiviso e perseguito per gestire la globalità, ed intrisa anche di una coscienza ecologica e di una coscienza antropologica che abbatta i muri e crei ponti.
Un pianeta che ci è stato consegnato dai nostri padri non in eredità con diritto di dilapidarlo ma, afferma Papa Francesco, avuto in prestito dai nostri pronipoti con il dovere di riconsegnarlo meglio di come lo abbiamo ricevuto.
Un’educazione alla sostenibilità rivendicata e rilanciata nel documento Agenda 2030 per impegnare tutti, non individualmente, ma collettivamente e sinergicamente per ridefinire i nuovi parametri della convivenza democratica e comunitaria, cui la scuola dovrà dare il massimo contributo facendo acquisire quelle sei competenze globali di cui parla un grande pensatore dei nostri tempi M.Fullan dell’università dell’Ontario.
Con l’acronimo 6 C Fullan ha voluto designare le COMPETENZE GLOBALI che necessitano al cittadino globale del 3° millennio:
L’educazione alla sostenibilità renderà sempre più centrale il ruolo della scuola e dei giovani che con Greta Tunberg stanno dimostrando voglia, passione e desiderio di vivere in un mondo capace di riappropriarsi del “FUTURO”.
E la “speranza del futuro” è il nostro Augurio che ci promettiamo insieme!
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