Saranno state le manifestazioni di piazza (come sostiene l’opposizione parlamentare) o la netta presa di posizione della Conferenza Stato-Regioni (come appare forse più plausibile), ma alla fine l’art. 3 del decreto legge 154 in materia di dimensionamento delle scuole è stato modificato (e anche in modo radicale) con il voto favorevole della stessa opposizione.
La nuova formulazione della norma è molto più articolata di quella precedente.
Intanto il termine per la predisposizione dei piani regionali per il 2009/2010 viene spostato al 31 dicembre e viene cancellata ogni ipotesi di “commissariamento” per le regioni inadempienti.
Il testo approvato dal Senato stabilisce che per il 2009/2010 “la consistenza numerica dei punti di erogazione dei servizi scolastici non deve superare quella relativa al precedente anno scolastico 2008/2009”.
Per i due anni scolastici successivi il Ministro dell’istruzione, il Ministro dell’economia e il Ministro per i rapporti con le regioni dovranno promuovere, entro il 15 giugno 2009, la stipula di un’intesa in sede di Conferenza unificata per “disciplinare l’attività di dimensionamento della rete scolastica con particolare riferimento ai punti di erogazione del servizio scolastico”.
L’intesa dovrà servire anche a definire “criteri finalizzati alla riqualificazione del sistema scolastico, al contenimento della spesa pubblica nonché ai tempi e alle modalità di realizzazione, mediante la previsione dì appositi protocolli d’intesa tra le Regioni e gli uffici scolastici regionali”.
Nel pomeriggio dell’11 novembre, al Senato, il dibattito sul provvedimento è stato vivace senza peraltro sfociare in scontri come quelli che si sono verificati due settimane fa al momento della conversione in legge del decreto sul “maestro unico”.
Va anche segnalato che sulla questione il Governo ha accolto come raccomandazione un ordine del giorno del senatore D’Alia (UDC) impegnandosi ad escludere dagli obiettivi di ridimensionamento della rete scolastica tutte le scuole ubicate in zone di montagna, nelle piccole isole e nelle zone disagiate.
Il voto conclusivo sul provvedimento è arrivato poco dopo le ore 20.
I voti favorevoli sono stati 141, i contrari 112.
Adesso il decreto deve essere esaminato dalla Camera che ha tempo fino ai primi giorni di dicembre per il voto definitivo.