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Passa il tempo e i “quota 96” arrivano a quota 100

Mentre cala il silenzio sul problema dei “Quota 96” della scuola, vogliamo ricordare al nostro premier under 40, troppo giovane per comprendere il disagio di chi ha oltrepassato i sessanta anni da qualche anno ed ha accumulato tra i 37 o anche 38 anni di contributi, che si è dimenticato di risolvere questo annoso problema. 
Intanto il tempo passa, i governi si susseguono, le manovre di Palazzo defenestrano un premier ed incoronano un giovanissimo e nuovo Presidente del Consiglio, e fatti i conti i quota 96 sono avanzati a quota 100. Ma chi sono i quota 96? A che quota dovranno arrivare per vedere riconosciuto il loro legittimo diritto di andare in pensione? 
I cosiddetti “Quota 96”, che risultano essere poco meno di 4 mila sono coloro che prima che la legge Fornero entrasse in vigore, cioè il giorno 1 gennaio 2012, avevano già maturato tutti i requisiti per presentare la domanda di pensionamento. 
Prima della “gabbia Fornero” i requisiti per accedere alla pensione erano regolati dalla legge 247/2007, che prevedeva un meccanismo legato alla somma di due parametri: l’età anagrafica e l’anzianità contributiva. Tale somma consentiva di raggiungere una definita “quota”, necessaria per andare in pensione, quota 96 appunto.
La quota poteva essere raggiunta sommando l’età anagrafica di 60 anni con un’anzianità contributiva di 36 anni, oppure sommando 61 di età e 35 di contributi. La condicio sine qua non per andare in pensione restava comunque l’avere compiuto almeno 60 anni. 
Con la riforma Fornero si è di fatto commesso un pesante errore di valutazione non considerando l’unica finestra d’uscita pensionistica dalla scuola. Infatti nell’articolo 24 del decreto “Salva Italia” del 2012 si è considerato il fatto che i requisiti per andare in pensione con le vecchie regole dovevano essere ottenuti entro il 31 dicembre del 2011, senza dare al personale scolastico la possibilità di maturarli entro il 31 agosto 2012. Per questo motivo quasi 4mila tra docenti e personale ata sono rimasti ostaggio della riforma Fornero e a tutt’oggi non sono riusciti a vedere riconosciuto l’errore su citato. Intanto i quota 96 del 2012 hanno in questi 2 anni accumulato sia 2 anni di anzianità anagrafica che 2 anni di ulteriori contributi pensionistici arrivando. secondo il meccanismo della legge 247/2007, a quota 100. 
Il silenzio di Renzi e Giannini sulla questione sta generando una certa insofferenza per chi è appeso alla speranza di andare in pensione dopo quasi 40 anni di onorato servizio. Al silenzio del premier Renzi e del ministro dell’Istruzione Giannini fanno da contraltare le dichiarazioni fatte da Davide Faraone, responsabile scuola del Pd, secondo il quale ‘il Partito democratico, che però non decide da solo, ha proposto a maggioranza e Parlamento di agire su due fronti, in uscita e in entrata, intervenendo sulla legge Fornero e finanziando la norma che prevede un ‘organico dell’autonomia’. 
Siamo proprio curiosi di vedere a che quota si fermerà l’asticella che misura la somma tra età anagrafica e contributi per gli ormai ex quota 96 che sono, tra una chiacchiera e l’altra, avanzati a quota 100 senza che il problema si sia risolto definitivamente. Sarebbe un atto del fare che il Governo Renzi potrebbe fare immediatamente.

Lucio Ficara

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