I genitori della scuola primaria San Gottardo, a Genova, hanno proclamato lo sciopero della mensa scolastica, dopo i ripetuti episodi negativi che hanno scoraggiato le famiglie, tanto da battezzare tale protesta come lo “sciopero del panino”.
“Pasta fredda. Pasta cruda. Patate marroni. Purè acido. Pasti in ritardo. Non ce la facciamo più”. Mamme e papà di San Gottardo salgono sulle barricate e proclamano lo sciopero della mensa, si legge sul sito locale primocanale.it.
Si tratta di una protesta simbolica delle scuole genovesi, con l’astensione dal servizio mensa fino a venerdì, allo scopo di convincere il Comune a intensificare i controlli e modificare i criteri di assegnazione degli appalti.
Sono circa 160 bambini tra asilo ed elementari dell’istituto scolastico di San Gottardo. Qui il pranzo arriva via furgone da Sestri Ponente, dove hanno sede le cucine della Cascina Global Service, vincitrice di un appalto del Comune nel marzo 2016. “È da un anno e mezzo che troviamo problemi, ogni giorno ne succede una – sbotta Cristina Ercolessi, una rappresentante di classe – A nessuno fa piacere che i bambini mangino panini. Ma visto che sborsiamo fino a 6 euro e mezzo a pasto, vogliamo almeno ottenere quello che paghiamo”.
L’episodio culmine è stato quello del ritrovamento di una lisca di pesce dentro il piatto di un bimbo dell’asilo. Il preside Marco Casubolo ha dato l’ok per consumare in classe i pasti portati da casa. Nel frattempo i genitori hanno deciso di sporgere denuncia ai carabinieri: “Abbiamo abbastanza materiale per poterci muovere anche coi Nas – spiega ancora Ercolessi – è da un anno e mezzo che raccogliamo foto e video e da allora non è mai cambiato nulla”.
“Non ce l’abbiamo con le addette alla mensa, ma soprattutto col Comune. È una continua presa per i fondelli”, dicono le famiglie. Duro il commento della Filcams Cgil: “Gravissimo – si legge nella nota – che le quattro lavoratrici della scuola” abbiano “ricevuto dalla ditta l’input di non andare a lavorare”. Il sindacato rivendica “il diritto alla retribuzione e al pieno orario di lavoro contrattuale”. E poi, contro chi organizza la protesta: “Il silenzio delle istituzioni è assordante mentre più di ‘qualcuno’ ormai spinge a disertare il servizio di ristorazione scolastica promuovendo il ‘fai da te’, nel segno di una protesta o ‘battaglia’ che al momento sta producendo solo grande confusione e incertezza sul futuro di un settore già particolarmente tartassato”.
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