Con una nota del 22 novembre 2016 l’Ufficio scolastico dell’Emilia-Romagna fornisce indicazioni alle scuole in merito alle richieste dei genitori di fare consumare ai propri figli a scuola pasti portati da casa, rinunciando a fruire del servizio mensa.
Il Direttore Stefano Versari fa presente che la sentenza da cui muove la vicenda, cioè la n. 1049/2016 della Corte di Appello di Torino, ha effetto per le parti coinvolte, ma non assume rilevanza generale “erga omnes”, a maggior ragione perché non è definitiva, essendo pendente ricorso avanti la Corte di Cassazione.
Nella sentenza citata, è precisato che “il servizio di refezione scolastica è servizio locale a domanda individuale, che l’ente non ha l’obbligo di istituire ed organizzare ed è facoltativo per l’utente”. E che la richiesta dei genitori “non può risolversi nel consentire indiscriminatamente agli alunni di consumare il pasto domestico presso la mensa scolastica, ma implica l’adozione di una serie di misure organizzative – anche in funzione degli aspetti igienico-sanitari – in relazione alla specifica situazione logistica”.
Pertanto – sottolinea il Dirigente dell’Us.r. emiliano – al fine di consentire di consumare il pasto domestico a scuola, non è sufficiente la volontà dei genitori, ma questa deve essere integrata dalla adozione delle necessarie misure organizzative, secondo le diverse competenze delle amministrazioni coinvolte.
Agli Enti locali, sulla base delle indicazioni igienico-sanitarie delle ASL, è attribuito il compito di predisporre il servizio di refezione scolastica e quello di fornire locali idonei a tale uso, mentre alle Istituzioni Scolastiche compete invece l’inserimento del servizio mensa – laddove erogato – nel più generale processo educativo.
L’erogazione del servizio mensa, inoltre, non può considerarsi separatamente dal tempo scuola, per cui, anche al fine di garantire il diritto alla salute degli alunni, secondo la nota dell’Ufficio scolastico, ogni eventuale provvedimento delle scuole andrebbe comunque assunto successivamente alla decisione dell’Ente locale e, sulla base di questa e delle misure organizzative ivi indicate, dopo l’acquisizione delle necessarie delibere degli OO.CC. delle scuole.
In pratica, ogni iniziativa andrebbe attentamente valutata e, solo se del caso, previamente organizzate d’intesa e in coerenza con le specifiche competenze dei soggetti coinvolti (EE.LL., ASL, Scuole).
A proposito, l’Us.r. fa sapere di avere avviato interlocuzioni con la Direzione Generale cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna, allo scopo di acquisire indicazioni igienico-sanitarie in ordine alla problematica; e si attendono comunque le attese indicazioni da parte del Miur.
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