Si parla di nuovo di pasto domestico e se qualche anno fa sono stati in molti a discuterne, animando un ricco dibattito, oggi non sono invece tanti coloro i quali ne sono a conoscenza.
Andando a ritroso scopriamo che tutto o quasi è partito dal Piemonte, dove la vicenda fu messa in moto da circa 600 genitori di alunni e alunne da una ventina di scuole torinesi primarie, con un ricorso al Tar nel 2013. Il ricorso era la manifestazione della grande insoddisfazione dell’allora rapporto qualità prezzo del cibo fornito nelle mense scolastiche e da qui la richiesta di poter mangiare a scuola il cibo portato da casa.
A giugno 2016 usciva la sentenza 1049 della Corte d’Appello del capoluogo piemontese, che dava ragione ai genitori, seppure il MIUR lo considerava come un diritto conquistato non da tutta la classe genitoriale, ma soltanto per i 58 appellanti di quel giudizio.
Alla fine del 2016 viene istituito l’Osservatorio per la corretta fruizione dei pasti nelle scuole del primo ciclo, presso l’Ufficio Scolastico del Piemonte. Nel 2017, nella nota del 3 marzo, n. 348 si legge che presso il Ministero della Salute è in via di costituzione un tavolo tecnico che dovrà procedere all’aggiornamento delle Linee guida sulla ristorazione scolastica, che potranno fornire supporto alle scuole e agli enti locali per le scelte organizzative e gestionali relative a tale servizio.
Le istituzioni scolastiche valuteranno le soluzioni idonee a garantire la fruizione del pasto domestico e l’erogazione del sevizio mensa, assicurando la tutela delle condizioni igienico-sanitarie e il diritto alla salute. In particolare si dovrà riservare ogni attenzione nell’attivare procedure atte ad evitare possibilità di scambio di alimenti. L’indicazione è quella di adottare, in presenza di alunni o studenti ammessi a consumare cibi preparati da casa, precauzioni analoghe a quelle adottate nell’ipotesi di somministrazione dei pasti speciali. Nell’ambito dell’organizzazione di tali procedure, le istituzioni scolastiche potranno richiedere supporto al Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione attivo presso la ASL competente per territorio.
Oggi non è possibile tracciare una mappa nazionale delle scuole che consentono la fruizione del pasto portato da casa nei locali scolastici e le numerose restrizioni causate dalla pandemia hanno ulteriormente limitato tale possibilità. Ma rimane, forse ancor più per molte famiglie che la crisi economica ha messo in seria difficoltà, un’opportunità che a macchia di leopardo emerge in diverse aree del paese, come alternativa alla mensa tradizionale.
In diverse scuole italiane si è deciso di creare un patto educativo con le famiglie, per cui la responsabilità della qualità, conservazione e fruizione del pasto è a carico totale dei familiari, con attenzione al rispetto delle normative nazionali e locali in termini di consumazione dei pasti in orario scolastico.
Un esempio è quello dell’IC Massarosa1 in Toscana, che è consultabile al link, dove si trovano tra l’altro numerosi riferimenti alla normativa vigente e vengono anche definiti in dettaglio i cibi ammessi e consigliati.
Un altro esempio è quello dell’IC Piossasco1, in provincia di Torino, al link, che con delibera del Consiglio di Istituto declina le caratteristiche per la corretta fruizione del pasto da casa.
A Udine l’IC Udine I ha emanato il regolamento, consultabile al link, anche in questo caso si definiscono nel dettaglio le modalità di fruizione e alle famiglie è chiesta l’adesione a tutta una significativa serie di regole da rispettare. Anche in provincia di Milano vi sono scuole che consentono il pasto domestico, come l’Istituto Comprensivo Statale Via Delle Betulle a Pieve Emanuele, o ancora sempre in Piemonte l’istituto comprensivo “Amedeo PEYRON” e la Scuola Primaria “Re Umberto I” e la Scuola Secondaria Di 1° Grado di Torino, che hanno scritto il proprio regolamento per il pasto da casa.
Esistono inoltre gruppi e associazioni in tutta Italia, prevalentemente composte e animate da gruppi di genitori, dal Lazio alla Liguria, per esempio, che promuovono a livello locale il pasto da casa e danno numerose informazioni.
In genere all’estero la refezione mista è quasi la regola, infatti in quasi tutti i paesi europei il sistema di refezione è organizzato con i buoni pasto, che si possono acquistare a scuola giorno per giorno, oppure portarsi il pranzo da casa. In alcuni apesi, come la Finlandia la refezione è obbligatoria e interamente pagata dallo Stato.
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