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Patriarcato, Valditara: “Per la prima volta si apprende il rispetto così come si apprende Dante. Sto cambiando la scuola”

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara è intervenuto nella puntata del 25 novembre di Quarta Repubblica, programma in onda su Rete4. Il capo del dicastero bianco ha discusso in merito alle sue parole pronunciate nel corso della presentazione della fondazione Giulia Cecchettin alla Camera, su patriarcato e violenza sulle donne legata all’immigrazione irregolare.

Valditara insiste

Valditara ha ribadito la sua posizione: “Se vogliamo combattere contro il femminicidio dobbiamo fare un ragionamento e affrontare il tema della cultura del rispetto e della violenza e della discriminazione. Prendo atto dalle statistiche che la marginalità che discende dall’immigrazione clandestina genera un fenomeno pericoloso. Non ho mai detto che l’immigrato clandestino sia cattivo. Confermo parola per parola quello che ho detto”.

“Ho visto tanta cattiveria, tanta mala fede. Non ho mai detto che il femminicidio dipende dagli stranieri. Il patriarcato significa potere del padre, e oggi è qualcosa di sbiadito. Penso che sia inutile attaccare la figura del padre. I ragazzi hanno bisogno di padri e madri più autorevoli”, ha detto il ministro in merito alle critiche che lo hanno colpito.

“Crepet ha detto che oggi c’è il figliarcato. Tanti hanno detto le stesse cose che ho detto io senza suscitare scandalo. Io mi sono scontrato contro il maschilismo. La persona più interessata alle mie parole è Gino Cecchettin, che ha detto che condivide alcune delle mie parole e su altre vuole confrontarsi con me. Prossima settimana ci incontreremo. Il nostro è un obiettivo comune”, ha aggiunto.

Valditara non vuole arretrare: “Nessuno ha detto che per la prima volta nel programma di Educazione Civica tra gli obiettivi di apprendimento, così come si deve apprendere Dante, si deve apprendere la cultura del rispetto verso le donne. E su questo si verrà valutati. Nessuno ha ricordato che abbiamo stanziato 13 milioni di euro per i ragazzi appena arrivati in Italia. Questo c’entra in merito al discorso sulla marginalità sociale. Abbiamo stanziato questi soldi anche per i clandestini. Se vogliamo vincere la marginalità sociale devono conoscere la nostra lingua e la nostra cultura”.

“Sto cambiando profondamente la scuola italiana. Dei ragazzi hanno incendiato una mia effige perché voglio mettere la scuola al servizio delle imprese. L’alternanza scuola lavoro si fa in tutta Europa. Non ho paura, andrò avanti sulla strada che ho tracciato. Perché ci sono tanti femminicidi? C’è una crescente immaturità di alcuni maschi che non riescono a sopportare i ‘no’. Bisogna saper educare i giovani al no, tutto questo viene dalle famiglie. I genitori devono avere autorevolezza e devono farsi rispettare”, ha concluso il ministro.

Gino Cecchettin sulle opinioni di Valditara

“Con il ministro Valditara – ha detto ieri il padre di Giulia – ci incontreremo i primi di dicembre: vorrei portare dei dati concreti insieme al nostro comitato scientifico, e vorrei confrontarmi con lui in modo costruttivo“.

Cecchettin, quindi, ha confermato quindi di volere andare oltre alla sua contrarietà per alcune dichiarazioni del ministro dell’Istruzione e del Merito, a proposito di femminicidi e immigrazione, in particolare su quando Valditara ha detto che “occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”. 

“Ognuno ha le sue opinioni ma penso che si possa cercare di trovare un percorso sulle parti condivisibili. La scuola dovrebbe continuare il percorso di formazione verso l’affettività, dare come valori fondamentali il rispetto della vita altrui e l’amore verso gli altri, e condannare la violenza in tutte le sue forme e da ovunque arrivi”, ha concluso Cecchettin.

Redazione

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