È già al lavoro più su fronti lo staff del nuovo ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: sta operando, in particolare, su ritorno delle lezioni in presenza, recupero delle carenze ed eventuale prolungamento dell’anno scolastico, prossima maturità. Lo dice lo stesso ex rettore dell’Università di Ferrara durante un’intervista rilasciata al Gr1 Rai domenica 14 febbraio.
Il professor Bianchi reputa importante ascoltare tutte le parti in causa, prima di giungere alle decisioni di prendere. “Devo sentire tutte le voci della scuola come ho sempre fatto”.
Ritorno a scuola di tutti? Andiamo cauti
A proposito del ritorno a scuola di tutti gli alunni, Bianchi a sottolineato che “le scuole dell’obbligo sono già in presenza, mentre per i più grandi dobbiamo vedere come sta andando la pandemia: bisogna evitare una terza ondata e bisogna essere molto cauti, ma tutti stiamo lavorando perché la scuola possa tornare in presenza quanto prima”.
“E’ presto per parlare dell’ipotesi di recupero per i ragazzi a giugno – ha aggiunto – ci siamo insediati ieri e ci stiamo lavorando su, fin da subito”.
Dubbi sulla maturità 2021
C’è molta attesa, poi, per le decisioni sugli Esami di Stato, a partire da come si organizzerà la maturità prossima: il dubbio maggiore, al momento, riguarda se si svolgerà come quella dello scorso giugno oppure con l’aggiunta di una delle due prove scritte previste per legge.
“Anche sulle modalità dell’esame di maturità 2021 – ha spiegato Bianchi -, stiamo lavorando, ho già riunito i miei collaboratori e posto tutti questi temi all’ordine del giorno”.
Lezioni prolungate? Tutto da vedere
A proposito del ritardo degli apprendimenti dovuto alla pandemia da Covid-19 e l’ipotesi di prolungamento dell’anno scolastico, sul quale nei giorni scorsi sembrava vi fosse anche un’apertura da parte del nuovo premier, il nuovo titolare del MI ha detto che “i nostri ragazzi avranno lacune solo se noi non saremo in grado, tutti assieme, di riporre la scuola al centro dello sviluppo italiano”.
“Su questo – ha concluso Bianchi – il presidente Draghi è stato molto chiaro, la scuola è strumento fondamentale per lo sviluppo, quindi il problema non è recuperare qualcosa qua e là, ma rimetterla al centro”.