“Per fare un uomo, necessita un villaggio” recita un saggio proverbio ugandese e noi, in Italia, nel definire la ripartenza post-covid della nostra vita sociale, rilanciando la centralità della scuola, stiamo, forse, facendo tesoro della saggezza africana per individuare nei “Patti educativi di comunità”, un nuovo modo di operare che veda un territorio, una comunità protagonisti della propria rinascita.
Siamo tutti d’accordo sulla necessità di fare di questo periodo di crisi un’opportunità di crescita, facendo proprio l’auspicio di Albert Einstein, “attraverso pericoli e sconvolgimenti le nazioni possono essere portate a ulteriori sviluppi. Possano gli attuali sconvolgimenti portare a un mondo migliore”.
Con queste finalità il “Piano scuola 2020-2021”individua nei “Patti educativi di comunità” gli strumenti operativi che possano vedere Scuole, Enti Locali, Istituzioni pubbliche e private, le realtà operative nel terzo settore, le associazioni e anche i singoli cittadini, operare sinergicamente, sottoscrivendo specifici accordi per creare l’alleanza educativa, civile e sociale, dando così attuazione a quei principi e valori costituzionali, per i quali tutte le componenti della Repubblica sono impegnate nell’assicurare la realizzazione dell’istruzione e dell’educazione.
I “Patti educativi di comunità” sono strumenti operativi introdotti recentemente dal Ministero dell’Istruzione per dare alle comunità la possibilità di un nuovo protagonismo per rafforzare non solo l’alleanza scuola famiglia, ma anche quella tra la scuola e la comunità educante.
Obiettivi principali di questi “Patti educativi di comunità” sono la necessità di prevenire, e combattere le nuove povertà educative, la dispersione scolastica, il fallimento educativo di un’alta percentuale dei giovani (14%), attraverso un approccio partecipativo, cooperativo e solidale di tutti gli attori in campo che con pari dignità si impegnano a valorizzare e mettere a sistema tutte le esperienze e tutte le risorse del territorio.
Per sviluppare il principio di appartenenza e di cittadinanza attiva, le collaborazioni previste nei “Patti educativi di comunità” sono volte, in attuazione del principio di sussidiarietà di cui all’art. 118 della Costituzione, alla promozione dell’interesse generale, mediante la tutela di “beni comuni urbani”, intesi come spazi e servizi di tutti, strettamente connessi a identità, cultura, tradizioni di un territorio e funzionali allo svolgimento della vita sociale delle comunità.
Tale operatività è funzionale all’attivazione di processi di apprendimento che fanno capo al Service Learning, una proposta pedagogica innovativa, sperimentata in molte realtà, che unisce il Service (la cittadinanza, le azioni solidali e il volontariato per la comunità) e il Learning (l’acquisizione di competenze professionali, metodologiche, sociali e soprattutto didattiche), affinché gli allievi possano sviluppare le proprie conoscenze e competenze.
Tali “Patti” prevedono il coinvolgimento, la partecipazione attiva e il protagonismo degli studenti contribuendo a migliorare la partecipazione degli stessi alla vita della comunità scolastica attraverso percorsi di consultazione.
Le collaborazioni, inoltre, con gli operatori culturali, con gli artisti, con le radio e tv locali, con gli scrittori potrebbero far nascere esperienze progettuali laboratoriali per far acquisire le competenze di cittadinanza e partecipazione previste dal Decreto Legislativo 60 del 2017 sulla diffusione della cultura umanistica, capace di valorizzare il “made in Italy”, che ha reso così attraente il nostro Paese agli occhi dei cittadini nel mondo.
I “patti di comunità” stanno diventando significative esperienze formative in molte regioni italiane. Al 30 giugno 2019 erano circa 1.000 e le regioni maggiormente interessate erano Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e Campania.
È auspicabile una maggiore e migliore diffusione di queste best practices e sarebbe opportuno che le Istituzioni scolastiche e la società civile vogliano diffusamente ed intelligentemente adoperarsi per realizzare “Patti di comunità” con un alto profilo formativo ed educativo attraverso momenti di co-progettazione e di co-gestione delle attività in un rapporto di pari dignità e sotto la supervisione e regia delle scuole.
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