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Patto di Governo e le promesse mancate sulla scuola da parte di Di Maio

Dopo le elezioni europee e il riscontro del crollo elettorale del M5S, si è compreso che molti i docenti, che avevano votato il Movimento alle politiche del 4 marzo 2018, hanno di fatto voltato le spalle a Di Maio per le troppe promesse mancate.

La scuola consegnata alla LEGA

Uno degli errori politici fatti dal M5S, cosi sostengono diversi docenti, è stato quello di non piazzare un Ministro del M5S al MIUR ed avere lasciato, con la scelta di Marco Bussetti, il Ministero dell’Istruzione alla Lega, che per altro ha anche piazzato alla presidenza della Commissione Cultura e Istruzione del Senato Mario Pittoni. È utile ricordare che il M5S aveva preso tantissimi voti dalla scuola ed aveva portato sia in Senato che alla Camera diversi parlamentari docenti di scuola, ma, nonostante ciò, ha preferito lasciare la gestione del Ministero di viale Trastevere alla Lega.

M5S e il reclutamento dei precari con servizio

Una delle partite giocate malissimo dal M5S, una volta saliti al Governo sotto la spinta di un Parlamento in cui un parlamentare su tre è un eletto del Movimento 5 Stelle, è stata quella del reclutamento dei docenti con una certa anzianità di servizio.

A tal proposito è bene ricordare che la Senatrice Bianca Laura Granato e l’Onorevole Lucia Azzolina, entrambe del Movimento 5 Stelle, in più di un’occasione avevano contrastato la proposta, avanzata da Mario Pittoni, sull’istituzione di un percorso abilitante speciale per i docenti di terza fascia di Istituto con almeno 36 mesi di servizio. L’Onorevole Azzolina sosteneva che il Senatore Pittoni della Lega creava false illusioni e confusione sostenendo le ragioni dei docenti di terza fascia con servizio per l’espletamento di un concorso riservato, sostenendo che anche il Ministro Bussetti della Lega era per indire solo ed esclusivamente concorsi ordinari per tutti.

Questa ostilità del M5S contro i PAS e la contemporanea linea portata avanti dal leghista Pittoni volta a favorire i percorsi speciali per i precari con almeno 3 annualità di servizio, ha determinato una reazione di contrarietà politica e avversità contro il M5S da parte di tantissimi docenti precari. Al contrario del M5S, la Lega, attraverso il suo responsabile scuola Pittoni, ha incassato il plauso dei precari, in ragione all’accordo stipulato il 24 aprile 2019 con i sindacati.

Abrogazione della legge 107/2015, promessa mancata

Una delle tante promesse mancate del M5S è stata la mancata abrogazione della legge 107/2015. Questa promessa era stata propagandata per tutta la campagna elettorale delle politiche del 2018, ma una volta al governo il M5S ha fatto molto poco per abrogare la Buona Scuola. Il bonus del merito continua ad essere erogato alle scuole ed è stato lasciato nella disponibilità dei dirigenti scolastici, soltanto il CCNL scuola 2016-2018, ai sensi dell’art. 22, comma 4, lettera c4), ha consentito la contrattazione a livello di scuola dei criteri generali del bonus premiale. Addirittura la chiamata diretta non è stata ancora abrogata, il disegno di legge presentato dalla senatrice del M5S in materia di chiamata diretta e di ambiti territoriali è fermo da oltre 100 giorni nella Commissione Cultura del Senato.

I poteri dirigenziali, al contrario di quanto promesso in campagna elettorale, sono rimasti inalterati secondo il dettato proposto dalla legge 107/2015.

Rinnovo CCNL 2019-2021, per ora ancora nulla

Il Contratto della scuola è già scaduto da 5 mesi, per adesso le risorse economiche trovate riguardano soltanto la vacanza contrattuale. Di Maio durante la campagna elettorale per le politiche aveva promesso per i docenti un adeguamento economico tale da portare lo stipendio tabellare alla media di quelli delle nazioni europee più importanti. In buona sostanza una promessa di aumento contrattuale di non meno di 300 euro lordi, mentre si è arrivati, ad un’intesa con i sindacati, di una offerta massima di 120 euro lordi.

Autonomia differenziata, la grande beffa

La questione dell’autonomia differenziata e, in modo particolare, della regionalizzazione della scuola, inserita nel punto 22 del patto di Governo tra Lega e M5S, è un altro elemento che ha fortemente deluso i docenti, gli studenti e le famiglie italiane che avevano dato il grande consenso popolare al M5S alle elezioni del 4 marzo 2018.

L’idea di avere abdicato alla Lega su temi tipicamente leghisti come quelli di un sistema scolastico regionalizzato, ha creato e continuerà a creare tensioni tra il M5S e la propria base elettorale.

Lucio Ficara

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