Il ministro, Francesco Profumo, parlando a Napoli nel corso della conferenza italo-tedesca “Lavorare insieme per l’occupazione dei giovani”, ha detto anche: “Occorre un patto forte tra scuola e sistemi di produzione e l’azienda. L’operatività nel sistema dell’orientamento non può essere solo delle Istituzioni”.
Tre sono i punti sui quali agire: trasferimento di esperienze e difficoltà degli studenti più grandi ai loro colleghi più giovani; partecipazione delle aziende perché molti ragazzi hanno un’idea astratta su cosa sarà dopo la scuola e il coinvolgimento della scuola.
“Se non abbiamo questa terna abbiamo perso, sbagliato. Moltissimi ragazzi lasciano la scuola soprattutto perché hanno sbagliato la scelta della secondaria.
Dal ministro Profumo è poi arrivato un invito agli studenti affinché puntino di più sulla “mobilità” ossia smettere di pensare al momento in un’ottica “regionale o nazionale”.
“Oggi la dimensione dell’Europa va oltre quella dei singoli Paesi. Bisogna lavorare con serietà per dare delle condizioni e delle opportunità ai nostri giovani . Anche il nostro Paese potrà avviare un processo diverso. Occorre dare agli studenti degli strumenti per competere sul mercato del lavoro”. Qualche segnale, anche in Italia, si sta registrando: “Per la prima volta c’è un’inversione di tendenza, il 52% dei ragazzi risulta iscritto al istituti di formazione professionale e il 48% a quelli liceali, fino a qualche anno fa, il 60% si iscriveva agli istituti liceali e il 40% alle scuole professionali. E’ un piccolo segnale – ha concluso il Ministro – ma importante”.
Che questa scelta possa essere dettata dalla crisi economica e dal deserto delle possibilità occupazionali non è venuta in mente, anche perché passa con troppo frequenza l’idea che l’”umanesimo”, con le sue sensibilità e le sue culture, non serve per portare la pagnotta a casa.