Dovrebbero riprendere questa settimana i diversi tavoli tecnici concordati fra il ministro Patrizio Bianchi e le organizzazioni sindacali finalizzati alla sottoscrizione di un vero e proprio “patto per la scuola”.
Come abbiamo già avuto modo di dire l’idea è quella di sottoscrivere una grande intesa per far ripartire nel miglior modo possibile il sistema scolastico.
Nel concreto si dovrebbe parlare del Recovery Plan applicato al sistema scolastico, delle risorse per il rinnovo contrattuale, della stabilizzazioni e dei processi di reclutamento del personale scolastico, ma anche della formazione in servizio e del potenziamento dell’offerta formativa.
La carne al fuoco è davvero tanta, forse persino troppa anche perché, almeno per il momento, le risorse per fare tutte queste cose non ci sono affatto. I soldi per i contratti sono per adesso limitati, così come quelli per ampliare gli organici
E anche risolvere il problema del reclutamento non sarà una operazione semplice, non solo per motivi economici ma anche per problemi di tempo.
Il rischio è che si sottoscriva un’intesa che resterà sulla carta, esattamente come accadde nell’aprile 2019 quando Conte, Bussetti e sindacati del comparto firmarono un accordo per coprire tutte le cattedre scoperte entro pochi mesi e per firmare un contratto a tre cifre: come andarono le cose lo sappiamo bene.
Intanto, in settimana, proseguirà al Senato l’esame del decreto legge Sostegni (il numero 41 del 22 marzo) che stanzia 300 milioni per la scuola (la metà di questa somma sarà destinata ad attivare iniziative e progetti educativi per il periodo estivo); ma è possibile che nel corso del passaggio parlamentare ci sia il tentativo di inserire nel provvedimento una modifica per la cancellazione del cosiddetto vincolo quinquennale.
I termini per la presentazione degli emendamenti scadono venerdì 9 e quindi sapremo presto se davvero ci sarà questa possibilità.
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